”Nessuno tocchi la moschea di al-Aqsa”. E’ il grido che arriva dal Gran Mufti di Gerusalemme, Mohammed Hussein, fermato mercoledì per alcune ore dalla polizia israeliana con l’accusa di aver ordinato i disordini esplosi martedì nella zona della moschea di al-Aqsa (Gerusalemme). ”Non lasceremo mai la moschea di al-Aqsa – dichiara il Gran Mufti in un’intervista ad Aki-Adnkronos International – Non permetteremo a nessuno di mettere le mani sulla moschea, ne’ permetteremo che vengano compiute violazioni perché si tratta di una moschea musulmana e i musulmani hanno tutto il diritto di controllarla. Non accetteremo mai che venga divisa o distrutta” aggiunge il religioso, che sottolinea di aver ribadito alla polizia israeliana che ”ricadono” su Israele ”tutte le responsabilità per qualsiasi attacco alla moschea ed eventuali conseguenze”.

Mohammed Hussein
Gran Mufti di Gerusalemme
Il Gran Mufti, la più’ alta autorità’ religiosa musulmana dei Territori palestinesi, racconta quindi di essere stato ”interrogato per otto ore dalla polizia israeliana’‘ dopo essere stato prelevato ”dalla mia abitazione alle 8 del mattino dagli agenti dei servizi segreti israeliani. La polizia mi ha accusato di fomentare disordini ai danni di Israele durante la mia attività nella moschea di al-Aqsa” spiega il religioso, sottolineando di aver ”negato tutto”. ”Io faccio solo il mio compito di religioso, con i sermoni del venerdì e le attività di insegnamento” conclude il Gran Mufti.
La Spianata delle moschee, dove ha sede la moschea di al-Aqsa, è uno dei siti religiosi più contesi del mondo. Gli ebrei lo venerano come Monte del Tempio. L’episodio di martedì è avvenuto mentre gli israeliani celebravano il cosiddetto ‘Giorno di Gerusalemme’, che commemora l’anniversario della presa di Gerusalemme Est da parte di Israele.
Fonti: Aki – Adnkronos International; LaPresse/AP