Oggi alle 19.30 e 21.20 va in onda la puntata n. 73 di “Mappe. Spunti per comprendere dove siamo”, programma ideato e condotto da Anselmo Grotti con la collaborazione di Ilaria Vanni. La puntata si intitola “Rimanere umani nel disumano”.
Ci sono luoghi e tempi nei quali sembra impossibile tener viva l’umanità degli esseri umani. Le guerre, lo sfruttamento dei bambini e dei più indifesi, la violenza cieca e l’abbrutimento del male sembrano dover cancellare ogni traccia di umanità. Eppure la forza misteriosa della vita sa manifestarsi anche nelle situazioni più buie, come quelle dei campi di sterminio.
Ricordiamo oggi la storia di 243 e 29558, due prigionieri ad Auschwitz che hanno vissuto una incredibile storia di umanità e di amore nel luogo più arido e gelido del Novecento.
Che cosa ci permette di mantenere l’umanità anche in situazioni così al limite? Cosa muove l’amore, l’amicizia, il senso di fratellanza? Basta “vedere” per sentire l’appartenenza alla comune umanità?
Marta Nussbaum (L’intelligenza delle emozioni) si rifà a due narrazioni, una greca e l’altra ebraica.
Filottete viene abbandonato dai suoi compagni una volta che il suo corpo va in putrefazione dopo il morso di un serpente. Torneranno dopo dieci anni solo perché hanno bisogno del suo arco per vincere la guerra. Lo vedono ma non lo guardano. Invece il Coro, che non lo vede, sa immedesimarsi nel suo dolore.
Il buon samaritano (Lc 10) è egualmente l’unico che “guarda” il ferito e non si limita semplicemente a vederlo come il sacerdote e il levita.
La differenza tra “vedere” e “guardare” deriva da una libera scelta, dal nostro essere umani in profondità. È interessante notare come le stesse neuroscienze suggeriscano in modo sempre puiù chiaro che esiste una “base” fisiologica del comportamento altruistico. Il che ci pone ancora una volta la questione della libertà, ma non come opposizione alla “natura” deterministica e magari “egoistica” della base fisica della nostra vita, ma come possibile scelta. Il solco temporale anteriore del cervello umano indurrebbe la “tendenza a pensare agli altri”.
Molto dipende da come siamo in gradi di percepire il mondo. Non basta la semplice interazione: occorre ”decidere” di vedere, “mettersi nei panni dell’altro”. Ne parleremo in altre puntate. Intanto va sottolineata la libertà della scelta, che include la scoperta e l’accettazione del limite. La relazione può fallire. Non è una cosa facile da accettare. Si ribella il nostro narcisismo, il nostro senso di onnipotenza. Ha scritto Pearls: “la sofferenza è un passaggio indispensabile per ogni processo di crescita”.
Tutte le puntate di Mappe disponibili e scaricabili sul sito: www.tsdtv.it/mappe/
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