Accordo economico e fiscale a un passo dalla chiusura tra Santa Sede ed Israele. Secondo quanto si apprende da fonti israeliane in merito al negoziato, a cui si lavora da quando con l’Accordo fondamentale del 1993 Israele e Vaticano hanno stabilito relazioni diplomatiche, la maggior parte delle questioni relative allo status giuridico e fiscale dei beni della Chiesa cattolica in Terra Santa è stata definita e una firma è vicina.
Il prossimo incontro delle due delegazioni si terrà in Vaticano dal 3 al 5 giugno e vi parteciperanno per la prima volta le due delegazioni rinnovate: da parte vaticana ci sarà il sottosegretario per i rapporti con gli Stati, mons. Antoine Camilleri che ha preso il posto di mons. Ettore Balestrero. Da parte israeliana ci sarà Zeev Elkin, nuovo vice-ministro degli Esteri al posto di Danny Ayalon. Per questo, si ritiene che un secondo incontro potrebbe essere necessario per creare ”l’atmosfera giusta” per una firma considerata però ormai ”a portata di mano”.
La questione strettamente fiscale, su cui ci si è a lungo confrontati in passato, e’ stata risolta individuando un doppio regime fiscale. I luoghi prettamente di culto come le chiese e i cimiteri avranno una esenzione fiscale totale. Nel caso in cui, invece, nei luoghi di proprietà ecclesiastica si svolgano attività commerciali, come ristoranti o alberghi, ci sarà un prelievo fiscale.
Lo spinoso problema del Cenacolo, sul Monte Sion, alle porte di Gerusalemme, sarebbe stato risolto con un “protocollo” che prevede non già – come inizialmente richiesto – la proprietà, ma la concessione ai francescani della Custodia di Terra Santa, che diventerebbero così gestori del luogo santo con diritto di priorità per quanto riguarda pellegrinaggi e cerimonie. Resta da definire un aspetto relativo a un’area da trovare e da dare in concessione ai francescani al posto di quella da loro reclamata, dove ora si trova un’area parcheggio di cui non può essere cambiata la destinazione d’uso.
Un discorso simile vale per Cesarea, un luogo nel quale, prima della nascita dello Stato israeliano nel 1948, il patriarcato latino di Gerusalemme aveva una piccola chiesa in ricordo di San Paolo e della prima comunità cristiana. L’edificio è ora in macerie e quella zona è ora parco nazionale e si starebbe cercando, a mo’ di indennizzo, un’area dentro Cesarea o comunque non distante da lì dove i pellegrini possano riunirsi e pregare.
Le ”questioni di sostanza – spiegano comunque le fonti israeliane – sono ormai state risolte, i maggiori progressi sono stati fatti negli ultimi due anni”. Ciò che resta ”non sono che dettagli”.
Fonti: Ansa e TMNews