TSD Tv Arezzo
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • YouTube
  • Home
  • TSD Live
  • Notizie
  • Video
  • Programmi
    • Produzioni
    • Archivio produzioni
  • Blog
    • Oltre il visibile
    • Sinodo diocesano
    • Le radici dell’Est
    • Papa Francesco
    • Terra Santa
    • Visita Pastorale
  • Contatti
  • Chi siamo
  • Catechesi
    • Webinar sull’Avvento
    • Sabato 21 novembre 2020 – Formazione online per i catechisti
Search the site...
  • Home
  • Blog
  • Mons. Shomali: “Cristiani in Terra Santa ai minimi storici. La pace? E’ sempre più un’utopia”

Mons. Shomali: “Cristiani in Terra Santa ai minimi storici. La pace? E’ sempre più un’utopia”

01/06/2013 / Redazione / Blog, Notizie, Terra Santa
0

La percentuale dei cristiani in Israele, Giordania e Palestina è scesa ”al minimo storico”. Lo ha reso noto, in un incontro stampa, mons. William Shomali, vescovo ausiliare e vicario generale per la Palestina del Patriarcato Latino di Gerusalemme.

”In Israele siamo al 2%, in Giordania al 3% e in Palestina all’1,5%. Una volta eravamo al 10%. Tuttavia – spiega mons. Shomali – c’è anche un paradosso nelle statistiche perché, se siamo diminuiti in percentuale, oggi, contando in totale 400mila cristiani nei tre Paesi, abbiamo raggiunto il picco massimo in numeri assoluti”.

mons. William Shomali vicario patriarcale per la Palestina

mons. William Shomali
vicario patriarcale per la Palestina

La diminuzione dei cristiani in percentuale, fa sapere il vescovo, è dovuta alla notevole crescita demografica dei musulmani e anche degli ebrei, da un lato, e dall’altro alla forte emigrazione cristiana.  ”Questa condizione – osserva mons. Shomali – pone ai cristiani molte sfide. Innanzitutto, i cristiani devono uscire dal ‘ghetto’, non chiudersi in se stessi, reagire a questa situazione”. ”Dobbiamo inoltre convincerli a restare qui, in Terra Santa – prosegue -, non solo creando progetti, stabilità, opportunità economiche, ma anche sottolineandone il motivo teologico, evidenziando il fatto che nascere a Betlemme o a Nazareth è una vocazione e un privilegio. C’è poi – aggiunge il vescovo – la sfida ecumenica: noi cristiani siamo pochi e pure divisi tra le tre famiglie della chiesa cattolica, ortodossa e protestante”. Ancora, mons. Shomali indica per i cristiani la sfida del ”dialogo interreligioso” e quella della ”pace”.

Una pace che, però, in Medio Oriente “è sempre più un’utopia, perché stiamo assistendo a un irrigidimento del conflitto ideologico tra le due parti, israeliana e palestinese. Non è facile trovare una soluzione quando ci sono due destre così forti. La difficoltà politica – spiega Shomali – viene dall’insicurezza di cui è causa l’occupazione israeliana del ’67 e che Israele, però, non riconosce come occupazione”. ”Qui nasce il conflitto ideologico”, aggiunge, che si estende a tutte le questioni, ”da quella dei confini, a quella dei profughi, da quella della disputa su a chi appartenga lo spazio aereo, a chi l’acqua, a quella degli insediamenti costruiti nei Territori occupati che rendono sempre più difficile la soluzione internazionale dei due stati secondo i confini del ’48”.

La Chiesa, spiega il vescovo, non deve impegnarsi in una “mediazione diretta”, perché ”noi non siamo una istanza politica”. Tuttavia, prosegue, deve farlo ”a livello indiretto, perché’ le idee sono libere ed è a questo livello che possiamo influenzare come, ad esempio, ha fatto Benedetto XVI quando è venuto in visita in Terra Santa e ha parlato della soluzione dei due stati, due popoli.”

”La pace non arriva – sospira mons. Shomali – ma la speranza rimane, anche se ogni anno diminuisce, poiché la situazione diviene sempre più complessa, ideologizzata e abbiamo paura che sarà sempre più difficile superarla.”

Aleppo, Siria

Aleppo, Siria

Mons. Shomali parla anche della sua preoccupazione per l’evoluzione della cosiddetta ‘Primavera araba’. ”Perché si passi davvero alla democrazia – spiega – c’è bisogno della fede, come è avvenuto in Polonia dopo la caduta del Muro. Ma nel mondo arabo c’è una cultura della violenza, come vediamo in Siria. Assad è un dittatore – osserva Shomali – ma meglio un dittatore che mantiene la stabilità che il caos, tra due mali bisogna scegliere il meno peggio. Ora abbiamo una situazione drammatica, si muore di fame e se la ‘rivoluzione’ è fallita in Egitto dove c’era un islam moderato, in Siria dobbiamo aspettarci una situazione dieci volte peggiore, con le minoranze che, dopo Assad, saranno ancora più vessate e vittime di terribili vendette”.

”Bisogna rinunciare al sogno americano di esportare la democrazia in cinque settimane – sottolinea il vescovo – Ci vuole molto più tempo per passare da uno stato all’altro, come dimostra il caso dell’Iraq, mentre in Egitto i Fratelli Musulmani hanno scippato la rivoluzione al popolo declinandola in senso islamista.”

Fonte: Ansa

Chiesa-Giovane

Semi di speranza

  • Don Andrea Zalewski – Commento al Vangelo del 7 agosto 2022

    06/08/2022
MCL-Informa
TSD News LIS
Oltre il visibile
Vocazioni
Dietro le quinte della Giostra

Chi siamo

Tsd (Telesandomenico) è la tv di Arezzo in onda sul canale 85 del digitale terrestre in tutta la Toscana.

Notizie, film ed eventi anche in streaming.

Protagonisti del palinsesto sono in particolare: le scuole, i gruppi linguistici stranieri, il terzo settore e gli sport “minori”.

Tsd trasmette in diretta le principali messe e celebrazioni della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, così come le udienze e i viaggi internazionali di Papa Francesco.

Il contributo MISE DPR 146/2017 per l’anno 2020 ricevuto da Tsd è pari a 43.128,28 euro. Il contributo MISE Covid-19 è stato di 29.435,96 euro. Il contributo MISE extra gettito RAI per l’anno 2020 è stato di 77.492,93 euro.

Link Consigliati


Contattaci

  • (+39) 0575-353991
  • info@tsdtv.it
  • Contact Us
    • Facebook
    • Twitter
    • YouTube
    • RSS
(c) 2018 TSD Comunicazioni