TSD Tv Arezzo
  • Email
  • Facebook
  • Feedburner
  • Twitter
  • YouTube
  • Home
  • TSD Live
  • Notizie
  • Video
  • Programmi
    • Produzioni
    • Archivio produzioni
  • Blog
    • Oltre il visibile
    • Sinodo diocesano
    • Le radici dell’Est
    • Papa Francesco
    • Terra Santa
    • Visita Pastorale
  • Contatti
  • Chi siamo
  • Catechesi
    • Webinar sull’Avvento
    • Sabato 21 novembre 2020 – Formazione online per i catechisti
Search the site...
  • Home
  • Notizie
  • Mappe: “Un altro continente”

Mappe: “Un altro continente”

06/06/2013 / Michele Francalanci / Notizie
0

Oggi alle 19.30 e 23.40 va in onda la puntata n. 75 di “Mappe. Spunti per comprendere dove siamo”, programma ideato e condotto da Anselmo Grotti con la collaborazione di Ilaria Vanni. La puntata si intitola “Un altro continente”. 

Si possono ancora scoprire nuovi continenti sulla Terra? A quanto pare sì, lo si è fatto ancora nel 2009: il Garbage Patch. Il Garbage Patch è una zona di concentrazione di rifiuti marini nel Pacifico settentrionale. Il nome ha portato molti a credere che questa zona sia una zona grande e continua di elementi ben visibili, detriti marini come bottiglie e altri, simili a una coperta di rifiuti che dovrebbe essere visibile con fotografie satellitari o aeree. Questo non è vero. Gran parte dei detriti sono piccoli frammenti di detriti di plastica galleggiante. Questi pezzi di plastica sono piccoli e non immediatamente visibili ad occhio nudo. Si tratta di cinque vortici di correnti marine al cui centro si trovano i residui sminuzzati di tonnellate e tonnellate di plastica, che però non galleggiano.
A causa della fotodegradazione, infatti, il materiale non viene metabolizzato dal mare, si frantuma in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microscopico, per finire poi mangiato dalla fauna marina, entrando così nella catena alimentare. I microframmenti di quella plastica buttata nei mari creano un “brodo” che è scambiato dai pesci per plancton. Così quelle sostanze, incamerate nelle carni dei pesci, arrivano a noi che a nostra volta le incorporiamo nei nostri organismi. Dal 2009 ad oggi però la semplice notizia di questa scoperta non ha provocato molte conseguenze: non abbiamo ancora ben compreso la portata devastante dell’accumulo di tanti rifiuti plastici negli oceani – non si dimentichi che tali rifiuti parcellizzati finiscono nella dieta dei pesci e alla fine anche nella nostra.
Possono servire gesti di creatività. L’11 aprile 2013 è nato formalmente lo stato Garbage Patch: due volte il Texas. L’ha fondato un’artista italiana, Maria Cristina Finucci. Lo Stato è riconosciuto dall’Unesco, presentato alla Biennale di Venezia e al Maxxi di Roma. “Anni fa venni a sapere della tragedia delle isole di plastica, presa un po’ sottogamba dalla comunità scientifica – spiega Finucci -. Visto che non ci sono foto, era necessaria un’immagine che sintetizzasse il problema”.
Nessuno Stato si preoccupa della pulizia: non dà noia all’apparenza è nessuno, è isolata nel bel mezzo dell’Oceano. Non si capsice bene come si potrà ripulire il mare: se dovesse essere utilizzata una grande rete, verrebbero portati via anche innumerevoli animali marini delle stesse dimensioni dei pezzetti di plastica. E chi prenderà la spazzatura depositata nei fondali profondi? Questa vicenda non si limita all’ambito ecologico. È anche una metafora del nostro vivere.
Possiamo pensare di non occuparci delle conseguenze negative delle nostre azioni. Apparentemente non ci riguardano più. Eppure ci sono, da qualche parte. E in qualche modo, possiamo esserne certi, verranno a chiederci il conto.
Per fortuna c’è ancora da raccontare una storia incoraggiante. Delft, Olanda.
Boyan Slat a 18 anni si prepara all’esame liceale. La sua tesina è “Ripulire il mare di plastica in soli 5 anni”.
Il capitano Moore, scopritore del continente di spazzatura, aveva proposto di pescarli. Solo che accorerebbero 79.000 anni. I frammenti di plastica sono per lo più nell’oceano Pacifico. Ma sono anche in casa nostra: 250 miliardi di frammenti navigano nel Mediterraneo. Slat, da buon olandese, propone delle “dighe” capaci di imprigionare la plastica e lasciar liberi gli esseri viventi. Attualmente lavorano all’idea 50 ingegneri. Facciamo il tifo per loro. Altrimenti occorreranno mille anni perché la plastica si decomponga del tutto. Ma non sparirà: sarà dentro i nostri organismi.

Tutte le puntate di Mappe disponibili e scaricabili sul sito: www.tsdtv.it/mappe

Si può intervenire nel blog di Mappe: www.tsdtv.it/blog/blog-mappe/

 

Messaggio-Pasqua-2021

Semi di speranza

  • 11 aprile 2021 – don Severino Bernardini, parroco di S. Agnese in Pescaiola

    09/04/2021
Nuovo Messale
Luoghi della Fede
Vis-à-Vis
Ludwig

Lectio divina

Lectio divina

RSS Da Toscana Oggi

  • Papa Francesco: non diventiamo "imprenditori della fede" 14/04/2021
  • Papa Francesco: Teresa d’Avila, “esempio del ruolo straordinario che le donne hanno svolto nella Chiesa e nella società” 13/04/2021

Chi siamo

Tsd (Telesandomenico) è la tv di Arezzo in onda sul canale 85 del digitale terrestre in tutta la Toscana.

Notizie, film ed eventi anche in streaming.

Protagonisti del palinsesto sono in particolare: le scuole, i gruppi linguistici stranieri, il terzo settore e gli sport “minori”.

Tsd trasmette in diretta le principali messe e celebrazioni della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, così come le udienze e i viaggi internazionali di Papa Francesco.

In riferimento all’art. 1, commi 125-129, della legge 4 agosto 2017, n. 124 e successive modificazioni,  nel 2019 Tsd ha ricevuto dal Ministero dello Sviluppo Economico contributi per un totale di 128.594,72 euro.

Link Consigliati


Contattaci

  • (+39) 0575-353991
  • info@tsdtv.it
  • Contact Us
    • Facebook
    • Twitter
    • YouTube
    • RSS
(c) 2018 TSD Comunicazioni