Oggi alle 19.20 e alle 21.20 va in onda la puntata n. 78 di “Mappe. Spunti per comprendere dove siamo”, programma ideato e condotto da Anselmo Grotti. Nel nuovo appuntamento dal titolo “Hai voluto la bicicletta?”, c’è un ospite speciale: il filosofo e appassionato di ciclismo Walter Bernardi, autore de La filosofia va in bicicletta.
C’è una famosa foto di Albert Einstein che piroetta felice in sella a una bicicletta e dice: “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”. Oppure si veda il testo “Pedalo, dunque sono – pensieri e filosofia su due ruote”. Nel testo, che raccoglie l’intervento di otto ciclisti filosofi, la bici rappresenta un mezzo per leggere le piccole cose della quotidianità, ma anche per leggerci dentro, consentendoci di recuperare un tempo lento e naturale. Pedalando si possono sciogliere i problemi che ci assillano. Pedalando ascoltiamo solo il battito del nostro cuore, assaporiamo la strada, il vento, la fatica. Bergson amava muoversi in bicicletta e tra i classici la bicicletta non sarebbe dispiaciuta a Kant, se non altro per le sue implicazioni etiche. Come sempre la filosofia ha molto da dirci anche nel quotidiano. In questo caso, oltre a ricordarci l’importanza del pensiero e del contatto diretto con la natura, ci ricorda anche come possiamo fare per rendere più vivibile la nostra vita quotidiana: quella in città. Abbiamo pensato che l’automobile fosse la soluzione al problema della mobilità. Per certi verso lo è stata certamente e lo sarà anche in futuro. Ma quanto abbiamo sbagliato a considerarla LA soluzione. In città si è trasformata nel problema. Abbiamo dovuto costruire la città a misura di auto, il che vuol dire allungare moltissimo le distanze. L’auto ruba una enorme quantità di spazio: per circolare, per posteggiare, per gli svincoli, gli innesti, gli spazi di manovra che esige. Cinquemila abitanti potevano stare dentro le stesse mura e muoversi a piedi come in un salotto. Quando si guardano le foto delle città prima del boom automobilistico non possiamo fare a meno di notare la disponibilità di spazio, oggi scomparso. Non dobbiamo andare sempre a piedi. Ma ci sono soluzioni urbanistiche, tecnologiche e culturali molto più efficaci nell’abitare.
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