“L’Italia non ha ancora messo in atto misure efficaci ed appropriate per un effettivo inserimento professionale delle persone con disabilità”. Queste le parole contenute nella sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, che ha richiamato il nostro Paese per l’inadempienza nel garantire ai lavoratori disabili parità di trattamento.
Stando a quanto evidenziato dalla sentenza, in Italia l’impiego delle persone con disabilità viene lasciato alla discrezionalità di leggi approvate dalle autorità locali o di accordi fra queste ultime e i datori di lavoro. Questo meccanismo, secondo la Corte di Giustizia, fa sì che non tutti i disabili vengano trattati uniformemente sul territorio italiano per quanto riguarda l’inserimento professionale.
In particolare, come riporta il sito d’informazione redattoresociale.it, la sentenza evidenzia come l’Italia non abbia dunque recepito appieno la direttiva del 2000 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
Sulla base di quanto previsto dalla legislazione UE, gli Stati membri devono adottare misure che obblighino i datori di lavoro, senza un onere sproporzionato che ricada su di loro, a permettere ai disabili di poter concorrere senza essere discriminati all’ottenimento di un lavoro per cui siano qualificati, di svolgerlo, di avere una formazione e di poter ambire a promozioni.
La sentenza è stata emessa a seguito di una procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, che si è chiusa col deferimento del nostro Paese.
IL PROGETTO – A partire dal mese di maggio il notiziario della nostra emittente si è arricchito di una nuova rubrica dedicata al mondo del terzo settore.
Il nuovo spazio d’informazione sociale si inserisce all’interno del progetto “Le abilità diverse della disabilità”, promosso dalla Caritas diocesana e finanziato dal bando Cei 8×1000 2012.
Un percorso costituito da un ampio ventaglio di azioni che coinvolgono tutte le dimensioni della vita di una persona con disabilità, promuovendo una maggiore autonomia individuale.
Dal potenziamento delle offerte residenziali, alla creazione di percorsi di socializzazione e inclusione attraverso attività teatrali e sportive, fino ad arrivare all’integrazione socio-lavorativa.
Anche TSD partecipa al progetto attraverso la formazione di una redazione giornalistica che favorisca l’inserimento di persone con disabilità all’interno di un contesto lavorativo. La rubrica dedicata al terzo settore è stata infatti realizzata grazie al prezioso contributo di due giornalisti speciali, Gianmarco e Paolo.
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