Ha deciso di partire da una periferia. Lampedusa sarà la meta del primo viaggio di Papa Francesco. Lunedì 8 luglio, il Pontefice farà tappa nel luogo che più di tutti rappresenta l’estrema frontiera delle migrazioni, la Porta d’Europa, luogo simbolico di speranza o, al contrario, di morte e disperazione. Il Papa celebrerà una Messa nello stadio per gli immigrati e la popolazione locale e getterà una corona in mare per tutte le vittime dei “viaggi della speranza”, oltre 19 mila dal 1988 ad oggi. TSD proporrà la diretta a partire dalle 10.
“Papa Francesco, profondamente toccato dal recente naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti provenienti dall’Africa – si legge in una nota della sala stampa vaticana -, ultimo di una serie di analoghe tragedie, intende pregare per coloro che hanno perso la vita in mare, visitare i superstiti e i profughi presenti, incoraggiare gli abitanti dell’isola e fare appello alla responsabilità di tutti affinché ci si prenda cura di questi fratelli e sorelle in estremo bisogno. A motivo delle particolari circostanze, la visita si realizzerà nella forma più discreta possibile, anche riguardo alla presenza dei vescovi della regione e delle autorità civile”.
Anche l’Aretino, in questi anni, ha accolto tante persone passate per Lampedusa: 140 nel solo 2011, durante l’emergenza Nord Africa. Uomini e donne disposti a guardare in faccia la morte, pur di scappare da fame, guerre e disperazione. Queste alcune delle storie che nei mesi scorsi abbiamo raccolto.
La prima è quella di un gruppo di 15 giovani nigeriani.
Tra i rifugiati, tutti cristiani protestanti, evangelici e cattolici, c’era preoccupazione per i numerosi attentati alle Chiese del loro paese. Violenze da cui avevano deciso di scappare, attraversando il deserto prima, la guerra in Libia e le onde del Mediterraneo poi.
L’altra storia è quella di una famiglia pakistana che temeva di essere divisa dalla burocrazia italiana: