Oggi alle 19.20 e alle 21.20 va in onda la puntata n. 80 di “Mappe. Spunti per comprendere dove siamo”, programma ideato e condotto da Anselmo Grotti con la collaborazione di Ilaria Vanni. Il nuovo appuntamento si intitola “Web e politica”.
Recenti dati Ocse mettono in luce un deficit di lungo periodo della società italiana: la scarsa attenzione alla cultura e alla formazione. La cosa non è indifferente riguardo la formazione di una opinione pubblica consapevole. I populismi che hanno spesso traversato la storia politica italiana hanno visto un uso disinvolto dei mezzi di comunicazione e una sostanziale fragilità nella loro gestione. Tra le due guerre è stata la radio a modellare l’opinione pubblica. Dagli anni Cinquanta la televisione ha vissuto una prima fase monopolistica e paternalistica, ma con aspetti anche pedagogici e moderati. Diversi il discorso per la “neotelevisione” commerciale (che ha poi influenzato anche la Rai) che dagli anni Ottanta ha realizzato un monopolio di fatto capace di abbassare molto il livello medio e di solleticare un generico qualunquismo.
Recentemente è la Rete a essere diventata il terreno di scontro politico, con una parte – quella di Grillo – che pretende di averne sostanzialmente l’esclusiva. Ma davvero l’uso che M5S fa della Rete è quello più in sintonia con la logica profonda di Internet? C’è da dubitarne. Anche in questo caso paghiamo uno scotto culturale, come con la neotelevisione berlusconiana.
Per studiosi come Evgeny Morozov “le piattaforme online usate per l’impegno politico sono delle scatole nere che nessuno può aprire”; “la gente ha solo l’illusione di partecipare”. Ha detto Giovanna Cosenza, titolare della cattedra di Filosofia e teoria del linguaggi all’Università di Bologna: “Ci sono diversi limiti nell’uso che Grillo e il suo gruppo fanno della Rete. Mi sarei aspettata una maggiore propensione alla e-democracy. Le Parlamentare sono state una delusione sia per i numeri, perché hanno votato solo in ventimila, sia per la scarsa trasparenza e il non sfruttamento di piattaforme di e-democracy che all’estero vengono usate molto meglio, penso ad esempio al partito dei Pirati in Germania. Queste sono state occasioni mancate”.
Grillo pretende un blog senza contraddittorio. Non c’è poi molta differenza con i videomessaggi senza contraddittorio di Berlusconi.
Internet è in grado di verificare la veridicità delle affermazioni. Più volte M5S ha detto di essere “primo partito del Paese”. Non è vero. M5S ha 162 parlamentari su 945, è secondo partito come numero di voti: 8.784.499 contro 8.932.615 del Partito democratico. Ma chi l’ha fatto notare in Rete è stato sbeffeggiato dai grillini. Quelli educati hanno detto: al primo posto del Pd si arriva calcolando anche le circoscrizioni estere, “e quelle non contano”. Perché? “Perché Striscia ha dimostrato che sono truccate”, spiega @ludopice…
La Rete è relazione. Grillo l’ha trasformata in unidirezionalità.
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