Oggi alle 19.20 e alle 21.20 va in onda la puntata n. 82 di “Mappe. Spunti per comprendere dove siamo”, programma ideato e condotto da Anselmo Grotti con la collaborazione di Ilaria Vanni. Il nuovo appuntamento si intitola “Un tablet del secolo XIX”.
Ipad, tablet, smartphone sono termini solo contemporanei? La possibilità di avere un aggeggio che ci accompagni tutto il giorno in molteplici attività (lavoro, svago, posta, video, ebook, telefono, agenda e chissà cos’altro..), oppure che entri di prepotenza negli uffici, negli ospedali, nelle scuole ci sembra un aspetto tipico del nostro tempo?
Facciamo un passo indietro, al 1889. Questa sera parleremo di “With the Eyes Shut“: l’opera dello scrittore Edward Bellamy, scritta nel 1889. Bellamy (Stati Uniti, 1850-1898) è uno di padri della fantascienza americana. Come la bella Albertine (Alice nel film) di Eyes Wide Shut anche il protagonista narrato da Bellamy dorme (lui si addormenta in treno), ma in questo caso non sogna l’amore. Sogna il futuro. Occorre attendere quasi la metà del racconto, ma ad un certo punto compare finalmente quello che qui ci interessa: l’Indispensabile. “Nessuno va in giro senza il suo Indispensabile” –o almeno cerca sempre di essere in grado di utilizzarne uno preso in prestito. Tutte le persone nel racconto portano una piccola scatola appesa a un fianco. Si tratta di un piccolo riproduttore audio, attraverso il quale ciascuno può “leggere” (o meglio, ascoltare) non solo i libri e i giornali, ma anche la corrispondenza. Un modo di comunicare,osserva il protagonista, che libera così tanto dalla fatica della scrittura che permette un enorme aumento degli interscambi – e solo la loro immaterialità lo consente, perché altrimenti neppure pesanti treni merci sarebbero sufficienti a trasportare tutta la carta necessaria per il testo scritto su di essa. Dopo poche pagine scopriamo un’altra funzione dell’Indispensabile: quella di essere agenda, raccoglitore di appunti personali, strumenti di contatto con le persone. L’Indispensabile può essere usato dappertutto: anche sui treni, dove è presente un apposito impianto via fili (in effetti qui manca ancora l’idea di una rete wireless: anche il telegrafo senza fili deve ancora arrivare). Non possiamo negare però che fa impressione pensare a come Bellamy abbia immaginato i viaggiatori dei treni intenti a interagire con il loro tablet-indispensabile rimanendo collegati a una Internet del XIX secolo. È possibile avere in riproduzione tutto: opere teatrali, musiche, discorsi: molto più del libro, molto più immediato e molto più coinvolgente! Bellamy descrive ambienti cablati, strumenti collegati a qualsiasi ambiente e a qualsiasi distanza. Non manca una riflessione sul diritto d’autore, visto che siamo nell’era della riproducibilità tecnica dell’opera dell’ingegno, fino ad arrivare a una visione febbricitante ma forse profetica: il possibile declino dell’editore messo in crisi da un rapporto diretto autore/lettore (gli autori inviano le loro opere direttamente ai lettori, pensate per il format dell’Indispensabile. In cambio cresce una figura inedita: il proprietario monopolista della tecnologia. Ci ricorda nulla?
Tutte le puntate di Mappe disponibili e scaricabili sul sito: www.tsdtv.it/mappe/
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