Il presidente egiziano deposto Morsi e i suoi compagni ”siano liberati”: e’ quanto ha chiesto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, lanciando un appello con coincidenza con un altro venerdì di manifestazioni contrapposte e a rischio violenza al Cairo. ” I loro casi siano esaminati in modo trasparente, senza attendere ulteriormente”, ha esortato Ban, in una nota resa nota da un suo portavoce.
Dal Cairo, la magistratura egiziana ha fatto sapere che Morsi e’ sotto indagine per avere contattato Hamas (il movimento islamista che governa la Striscia di Gaza) per commettere “atti ostili” sul territorio egiziano. Tra questi ci sarebbero – secondo fonti della magistratura – l’assalto a commissariati e a prigioni, il rapimento di poliziotti e di ufficiali, l’evasione da penitenziari, la distruzione di quello di Wadi el Natroun, dal quale lo stesso Morsi fuggì subito dopo la rivoluzione del 2011 e la distruzione dei registri dei detenuti.
«Sfidiamo gli attuali governanti – ha detto il portavoce di Hamas – a portare anche soltanto un singolo elemento a suffragio di quanto asseriscono», e cioè «che Hamas si sarebbe intromesso negli affari interni» del Paese nord-africano.
Secondo Hamas, le accuse sono «pericolose» e contrarie alla causa della Palestina libera. «Hamas condanna tale iniziativa, poiché si basa sul presupposto secondo cui il nostro movimento è ostile» all’attuale corso, ha denunciato il portavoce Sami Abu Zouhri.
Secondo l’agenzia ufficiale Mena, Hassan Samir, il giudice della Corte del Cairo investito delle indagini preliminari avrebbe già contestato a Morsi le presunte prove durante un precedente interrogatorio. Morsi è detenuto in un luogo segreto dallo scorso il 3 luglio scorso.
Fonti: Ansa e Linkiesta