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Siria, timore per padre Dall’Oglio e per gli altri sacerdoti rapiti

05/08/2013 / Redazione / Blog, Notizie, Terra Santa
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I Gesuiti del Medio Oriente, con un comunicato inviato all’Agenzia Fides e firmato dal provinciale padre Victor Assouad SJ, esprimono “inquietudine profonda” per la sorte di alcuni loro confratelli nel conflitto siriano. Insieme a padre Paolo Dall’Oglio – il gesuita romano scomparso nel nord della Siria da una settimana, forse rapito da gruppi jihadisti operanti nell’area – il provinciale Assouad fa riferimento anche alla situazione critica attraversata da padre Frans van der Lugt e dalle persone che vivono con lui nella residenza gesuita di Boustan Diwan, nel centro della città di Homs, dove secondo fonti Unicef 400mila civili – quasi tutti donne, vecchi e bambini – sono rimasti bloccati e isolati per la nuova offensiva dell’esercito governativo contro le milizie ribelli.

Padre Victor ringrazia tutte le persone che si preoccupano della sorte di Dall’Oglio e anche “tutte le istanze e le autorità che si mobilitano per la sua ricerca”, auspicando che “si ponga presto fine a questa prova” e che “padre Paolo possa ritrovare i suoi al più presto”. Riguardo agli ospiti della residenza gesuita di Homs, il provinciale dei Gesuiti del Medio Oriente chiede che non sia risparmiato nessuno sforzo per proteggere la loro vita. Nel prolungarsi del dramma siriano viene riaffermata a nome di tutta la Compagnia la “solidarietà con la sofferenza di tutto il popolo”. I gesuiti s’impegnano a proseguire la loro azione umanitaria rivolta a tutti e rinnovano il proposito di “operare per la pace e la riconciliazione in Siria”.

Sabato 3 luglio il cardinale prefetto Leonardo Sandri, a nome di tutta la Congregazione per le Chiese orientali, aveva espresso in un comunicato “vicinanza nella preghiera” al Preposito Generale e a tutti i religiosi della Compagnia di Gesù per l’incertezza sulla sorte di padre Dall’Oglio. Nel messaggio, il cardinale Sandri ha ricordato anche “l’assoluto silenzio che pesa sulla sorte di due vescovi e di due sacerdoti rapiti mesi fa, come quella di tanti altri, siriani e stranieri, nella medesima dolorosa condizione”.

Il 3 luglio anche la Coalizione nazionale siriana (CNS), principale piattaforma dell’opposizione anti-Assad, si era detta “profondamente preoccupata” per la sorte del gesuita Dall’Oglio. Il ri-fondatore dell’antico monastero siriano di Deir Mar Musa, grande ispiratore di iniziative di dialogo islamo-cristiano, dichiarato “persona non grata” dal governo siriano, era arrivato sabato 27 luglio nella città di Raqqa – controllata dai ribelli – e da lì secondo fonti locali era partito per una località sconosciuta dove aveva appuntamento con Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello Stato islamico in Iraq e nel Levante, l’entità che fa capo al Fronte al-Nusra, principale forza jihadista dell’insurrezione siriana. Secondo le stesse fonti, il gesuita voleva trattare con i jihadisti il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua nei combattimenti in corso da settimane tra milizie islamiste e milizie curde.

Intanto il Patriarca di Antiochia dei siro-ortodossi Mar Ignatius Zakka I Iwas smentisce con fermezza l’ipotesi di un trasferimento della sede del Patriarcato, che invece rimarrà a Damasco. Così vengono smentite le illazioni che parlavano di un possibile trasferimento della Sede patriarcale in Turchia come effetto obbligato della tragica situazione di guerra civile che da 28 mesi dilania la Siria. Nel comunicato, pervenuto all’Agenzia Fides, si ribadisce che agli occhi dei vescovi e del popolo credente siro-ortodosso il trasferimento della Sede patriarcale comporterebbe il pericolo di “estinzione” della Chiesa siro-ortodossa e del suo patrimonio spirituale attraverso una “fusione nel crogiuolo di altre comunità e di altre nazionalità”. Nel comunicato si riferisce anche che “il Patriarca Mar Zakka I Iwas è in buona salute” e si respingono con sdegno speculazioni circolate nei giorni scorsi che insinuavano possibili rivalità intra-ecclesiastiche tra le cause del rapimento dei due arcivescovi di Aleppo Mar Gregorios Yohanna Ibrahim (siro ortodosso) e Boulos al-Yazigi (greco-ortodosso), di cui non si hanno notizie dallo scorso 22 aprile.

Fonte: Agenzia Fides

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