Sarà proprio lui, Leonardo Pieraccioni, a presenziare alla premiere del nuovo film, Un fantastico via vai, che sarà proiettato all’UCI Cinema di Arezzo. La data è ancora top secret, ma gli aretini, appena saputa la notizia, sono già in fibrillazione. Perchè in quella pellicola c’è un po’ anche di loro, che hanno seguito passo passo le riprese, il backstage, gli scatti rubati dal set, tutto aretino, del nuovo film del toscanaccio, nelle sale di tutta Italia dal 12 dicembre.
Pieraccioni, in un’intervista al programma Effetto Notte di Tv 2000, confessa: “Dai tempi de I laureati in poi c’è stata una generosità eccezionale nei miei confronti, da parte del pubblico, quasi commovente. Infatti la mia missione, come dico sempre, è cercare di fare un film che li possa divertire per un’ora e mezza.”
Una pellicola tutta incentrata sul ruolo del tempo, da cui scappare o a cui tornare. La trama, a chi questo film l’ha visto nascere nelle strade e nelle piazze aretine, è ormai nota: il personaggio interpretato da Leonardo, attore principale oltre che regista, lavora in banca, ha una moglie e due figlie e conduce una vita serena. Finché un banale litigio tra coniugi lo scaraventa fuori dai binari della sua vita ordinaria, oltre che da casa. Ed ecco che, come in una fantomatica macchina del tempo, si trova a convivere con quattro studenti con cui condivide un appartamento. E torna ai suoi vent’anni.
Ma che ricordi ha Pieraccioni dei suoi vent’anni? Lo racconta nell’intervista a Effetto Notte: “Mi ricordo la sfrontatezza e il fatto di pensare, come tutti i vent’anni, di avere tutte le verità in tasca. Iniziavo ad interessarmi di cinema, andavo a vedere Kubrick e dicevo: «Ma chi è ‘sto Kubrick? Datemela a me una macchina da presa, vedrete!». Poi quando ti danno la macchina da presa, capisci chi è Kubrick. Ma i vent’anni son belli per questo, per quei batticuore incredibili.. «Mi ammazzo perché lei m’ha lasciato!».. poi capisci che è stata anche una fortuna!”
Kubrick o no, Leonardo era destinato a stare dietro la macchina da presa. L’alternativa? Il falegname, rivela, perchè “secondo me il falegname, l’attore, il regista e l’insegnante sono la stessa cosa. Costruire una storia è come fare un comodino.. E come il comodino, se la storia non ha quattro gambe, incomincia a zoppicare.”
Oggi il rapporto con il tempo Leonardo lo vive molto serenamente: “Sono da sempre posizionato a vivere il presente. Mi fa piacere sapere che ci sono ragazzi, che nel ’95 non erano nati, che apprezzano quello che faccio, ma penso sempre alla cosa che sto facendo”. E noi con lui, in attesa di goderci il suo ultimo film.. o comodino che dir si voglia.
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