L’ennesimo atto di una tragedia senza fine è andato in scena nelle ultime ore. La scena è simile a quella di pochi giorni fa: un barcone della speranza che si rovescia, i morti in mare, tra cui molti bambini. Tragedie di fronte alle quali non è più possibile restare indifferenti. Lo hanno ribadito i sindacati aretini di Cgil, Cisl e Uil, che hanno aderito alla giornata di mobilitazione nazionale per commemorare gli oltre 300 morti dello sbarco di pochi giorni fa e confrontarsi sui temi della sussidiarietà e dell’accoglienza. Un incontro è stato organizzato presso la sede Cisl di Arezzo. All’iniziativa ha preso parte anche un gruppo di profughi eritrei e somali, da tempo integrato nell’Aretino.
“Siamo qui – spiega Marco Salvini, segretario della CISL di Arezzo – per ribadire quanto sia necessaria una svolta sul tema dell’immigrazione. Il nostro Paese rappresenta il primo approdo per tante persone che fuggono da fame e guerre e la nostra legislazione sin qui si è dimostrata inadeguata a rispondere a questa situazione. Criminalizzare il migrante non porta da nessuna parte”.
“I morti di Lampedusa sono una vergogna per l’Italia, ma è anche una grande vergogna europea che non può più lasciare il nostro Paese da solo”, aggiunge Lauro Milaneschi della CGIL.
I rappresentanti delle comunità di rifugiati hanno evidenziato come le difficoltà, per chi fugge da guerra e disperazione, non siano destinate a terminare con l’arrivo in Italia. Tra carte e burocrazia inizia un nuovo dramma: “Chi arriva qui è costretto a vivere in un limbo, senza poter fare nulla, in attesa di risposte che tardano ad arrivare”.