“Guardare a Maria come immagine e modello della Chiesa”, a partire dalla Lumen Gentium. È l’invito del Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi si è soffermato su Maria, “una ragazza ebrea, che aspettava con tutto il cuore la redenzione del suo popolo”, una “giovane figlia d’Israele” nel cui cuore “c’era un segreto che lei stessa ancora non conosceva: nel disegno d’amore di Dio era destinata a diventare la Madre del Redentore”. Maria risponde “sì” e da quel momento la sua fede “riceve una luce nuova”, ha spiegato il Papa: “Si concentra su Gesù, il Figlio di Dio che da lei ha preso carne e nel quale si compiono le promesse di tutta la storia della salvezza”. “La fede di Maria è il compimento della fede d’Israele, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell’amore infinito di Dio”. “Come ha vissuto Maria questa fede?”, si è chiesto il Papa: “Nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa”. Proprio questa “esistenza normale” della Madonna “fu il terreno dove si svolse un rapporto singolare e un dialogo profondo tra lei e Dio, tra lei e il suo Figlio”, ha detto il Papa, ricordando che “il sì di Maria, già perfetto all’inizio, è cresciuto fino all’ora della Croce”.
“Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio”, ha proseguito il Papa, secondo il quale “Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio”. Di qui la prima domanda della catechesi odierna, rivolta ai fedeli: “Ci lasciamo illuminare dalla fede di Maria nostra Madre? Oppure la pensiamo lontana, troppo diversa da noi? Nei momenti di difficoltà, di prova, di buio, guardiamo a lei come modello di fiducia in Dio, che vuole sempre e soltanto il nostro bene?”. “Ci farà bene ritornare a Maria come modello e figura della Chiesa”, ha assicurato Papa Francesco a braccio.
“La Chiesa non è un negozio, non è n’agenzia umanitaria, non è una ong, ma è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo”, come Maria. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi ha spiegato che la Chiesa “non porta se stessa: se è piccola, se grande, se è forte, se è debole… La Chiesa porta Gesù, e la Chiesa deve essere come Maria”. “Quando va a visitare Elisabetta, cosa portava Maria? Non le ha portato soltanto un aiuto materiale, anche questo, ma ha portato Gesù, che già viveva nel suo grembo”, ha ricordato il Papa nel suo ormai abituale dialogo con i fedeli in piazza: “Se una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella Chiesa è morta”, ha ammonito subito dopo. “E noi? Qual è l’amore che portiamo agli altri?”, l’altra domanda del Papa: “È l’amore di Gesù, che condivide, che perdona, che accompagna, oppure è un amore che segue le simpatie, che cerca il contraccambio?”. “È un amore allungato, annacquato, come si fa con l’acqua che allunga il vino?”, ha aggiunto a braccio, invitando infine i fedeli a chiedersi “come sono i rapporti nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità”. “Ci trattiamo da fratelli e sorelle? O ci giudichiamo, parliamo male gli uni degli altri, curiamo ciascuno il proprio orticello?”, ha chiesto il Papa, che ha fatto poi un’aggiunta in tono scherzoso, sempre fuori testo: “Ho sentito dire che, qui a Roma, nessuno parla male dell’altro”.
Fonte: Agensir