Fanno ancora parlare di sé le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, rilasciate nel 1997 alla Commissione parlamentare d’inchiesta e desecretate in questi giorni. Schiavone fa preciso riferimento ad alcuni “circoli culturali aretini”, all’interno dei quali venivano prese le decisioni per lo smaltimento illecito di rifiuti che ha avvelenato la Campania. Parole che per il presidente della Fondazione Antonino Caponnetto di Firenze sono da considerarsi attendibili.
“Quando Schiavone fa riferimento all’Aretino, indicandolo come uno dei territori da dove provenivano i rifiuti destinati alla Campania – spiega Salvatore Calleri, in un’intervista a TSD – a mio avviso è da considerarsi attendibile. Da verificare sono semmai le sue dichiarazioni più recenti. Resta il fatto che Arezzo non deve abbassare la guardia quando si parla di infiltrazioni mafiose. Quanto affermato da Schiavone ne è l’ennesima dimostrazione”.
Resta il dubbio su chi facesse parte dei circoli culturali aretini, citati da Schiavone. “È passato molto tempo e non so se riusciremo a sapere mai tutta la verità, nonostante tutto occorrerà provarci continuando ad indagare”.
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