È l’ultimo edificio ad essere recuperato, dopo gli eventi sismici che colpirono Casentino e Valtiberina nel 1997 e del 2001. Parliamo della chiesa di Santa Maria a Rofelle nel comune di Badia Tedalda. L’edificio restaurato sarà inaugurato con una celebrazione in programma sabato 9 novembre, alle 11, presieduta dall’arcivescovo Riccardo Fontana. I lavori sono stati seguiti dallo Studio tecnico Romolini di Sansepolcro. In 15 anni dal primo evento sismico del settembre 1997, sono state restaurate e riaperte al culto ben 58 chiese, oltre ad altri 6 edifici. Hanno partecipato al ripristino e restauro degli edifici 16 professionisti della Valtiberina di cui 9 ingegneri per le opere strutturali e 3 geologi.
“Vorremmo ringraziare – spiegano i responsabili dei restauri – la popolazione di Rofelle che ha avuto la pazienza di attendere tutti questi anni per riappropriarsi della loro sua bella chiesa. Questa gente, è stata una delle più sensibili e presenti durante il ripristino. Un lavoro che particolarmente laborioso, per ridare il giusto decoro a questo luogo sacro”.
La prima notizia che si ha della chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine a Rofelle risale al 1460, quando faceva ancora parte della Diocesi di Città di Castello. Dal 1520 il territorio di Badia Tedalda passò alla giurisdizione della Diocesi di Sansepolcro. Altri dati storici sono quelli che fanno riferimento al Battistero, risalente al 1574 e alla canonica (se ne parla per la prima volta nel 1649). La chiesa venne completamente ricostruita tra il 1697 e il 1706. Nel 1900, il parroco don Pietro Bernacchi restaurò a più riprese la chiesa, abbellendola. A descrivere il lavoro del sacerdote, la relazione della Visita pastorale del 1915. “Configurazione a croce latina, essendo formata da una navata con due edicole laterali e dal coro, che si riuniscono nell’abside con una cupola a base circolare. […]Al centro della crociera c’è l’altare maggiore in marmo bianco e nero. Nelle due edicole laterali della chiesa, due altari, con prospetto in gesso sagomato in stile composito”.
L’intero complesso, che aveva già necessità di interventi per mancanza di manutenzione, aveva subito danni dal terremoto del 1997, aggravati dal sisma del 2001. L’intervento eseguito è consistito nel consolidamento di tutte le strutture, sia della chiesa che della canonica. Inoltre, sono stati effettuati interventi all’interno della chiesa con il ripristino degli intonaci danneggiati dal sisma ma anche da infiltrazioni di acqua piovana. È stato, inoltre, recuperato il pavimento dell’abside sprofondato sempre a causa di infiltrazioni.
I DANNI DEL TERREMOTO IN NUMERI:
- Sono stati monitorati 97 edifici di proprietà di enti religiosi danneggiati dal terremoto del 1997,
- Sono stati ammessi a finanziamento 64 edifici, di cui 58 chiese
- 30 edifici erano stati dichiarati inagibili dai comuni di appartenenza
- Hanno partecipato al ripristino e restauro degli edifici n. 16 professionisti della valtiberina di cui 9 ingegneri per le opere strutturali e tre geologi