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Inceneritore S. Zeno, primi risultati sull’impatto di inquinamento

14/11/2013 / Redazione / Notizie
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Lo studio sull’impatto dell’inquinamento nell’area intorno all’impianto di incenerimento di rifiuti di Aisa di San Zeno (Arezzo)  avrà necessità ancora  di alcuni mesi per disporre dei risultati definitivi: la conclusione dell’intero progetto Life-Hia21 è stabilita a fine 2014. Ma nel corso del forum sul progetto, tenutosi all’auditorium dell’Ospedale  San Donato di Arezzo, sono stati presentati i risultati preliminari, riferiti a tre linee di studio:

1) I risultati di uno studio pilota di monitoraggio biologico umano eseguito dal Dipartimento della Prevenzione della Usl 8 su 23 residenti nell’area di S. Zeno, per valutare l’esposizione ad inquinanti ambientali, in particolare metalli pesanti ed altri contaminanti ambientali. I risultati del monitoraggio urinario mostrano per i residenti in quest’area valori medi per  cromo e cobalto più elevati rispetto a quelli rilevati in altre aree in studio (Civitella, Arezzo e Casentino); per il cadmio sono stati osservati  valori medi più elevati rispetto ad Arezzo e Casentino; per  gli altri metalli non sono stati osservati incrementi rispetto ad  Arezzo e Civitella. Pur non essendo elevati i superamenti osservati rispetto ai gruppi di confronto, i dati raccolti indicano l’opportunità di ulteriori valutazioni. Inoltre  il 29% dei partecipanti ha mostrato  alterazioni quantitative di porfirine urinarie,  per le quali sono previsti ulteriori approfondimenti.

2) Sulle analisi di diossine (PCDD e PCDF) e policlorobifenili (PCB) nei terreni sono emersi dati largamente al di sotto dei limiti di legge ed inferiori anche rispetto alle indagini condotte in altri Paesi.

3) Sullo studio dei ricoveri ospedalieri nel decennio 2001-2010 sono emersi alcuni segnali degni di attenzione e approfondimento. Lo studio in corso riguarda tutti i ricoveri di soggetti di qualsiasi età, purché residenti in un’area di 12 km x 12 km centrata approssimativamente su San Zeno e includente la maggior parte del comune di Civitella e la porzione sud-ovest dell’abitato della città di Arezzo, quindi comprendente oltre all’inceneritore, gli altri impianti industriali limitrofi, alcuni impianti ubicati nel comune di Civitella, un lungo tratto dell’autostrada. Ogni soggetto che ha avuto un ricovero è stato localizzato in forma anonima presso il numero civico di residenza. Nell’area di studio nel decennio sono stati individuati 50.871 residenti in 11.763 indirizzi, che sono stati riportati su mappa territoriale. A ciascuno è stato assegnato il valore di esposizione ad inquinanti secondo i modelli di diffusione specifici per le polveri (Pm10) e il cadmio (per gli impianti industriali) emessi dalle 4 fonti principali considerate (Aisa, altri impianti di San Zeno, impianti di Civitella, autostrada). Dunque il disegno dell’indagine è il più avanzato in epidemiologia perché tiene conto del profilo di esposizione a inquinanti lungo un decennio, e calcola i rischi confrontando le classi più elevate di esposizione con la classe più bassa, presa come confronto .

I risultati presentati sono ancora preliminari sia perché non sono state effettuate tutte le analisi previste, sia perché gli eventi sanitari emersi devono essere localizzati sul territorio e caratterizzati, ad esempio precisando la classe di età dei soggetti interessati.

Le analisi svolte fino ad oggi hanno evidenziato alcuni elementi importanti ed in particolare:

– le esposizioni alle diverse fonti devono essere considerate in modo complessivo ai fini della comprensione della relazione tra esposizione cumulativa nel tempo e effetti sulla salute

– le stime di rischio ottenute hanno prevalentemente valore indicativo di un potenziale rischio e non di associazioni causa-effetto conclamate

– tra le numerose analisi effettuate emergono alcuni elementi per i quali occorre precisare il ruolo delle diverse  esposizioni (inceneritore ed altre fonti emissive)

– segnali statisticamente significativi sono emersi per le malattie cardiovascolari per i soli maschi e per le malattie respiratorie acute per le sole femmine, osservazione che implica la necessità di un approfondimento per comprendere le differenze tra maschi e femmine.

Saranno approfonditi anche i linfomi e le leucemie, ricordando anche gli esiti dello studio precedentemente svolto a Civitella da Asl e Ispo, che aveva evidenziato un aumento dei ricoveri per le stesse cause  in un periodo più ampio (1996-2009).

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