L’ultimo episodio è solo di pochi giorni fa. Una banda di ladri si era specializzata nei furti ai bar con slot machine. Un’irruzione di notte, dopo un primo sopralluogo, permetteva di portare via il contenuto delle macchinette.
Le quattro persone coinvolte sono state arrestate dagli agenti della Squadra mobile di Arezzo (due hanno confessato, gli altri due ancora no). Purtroppo non è il primo né l’ultimo caso di questo genere.
Il messaggio è chiaro: videopoker e slot machine non creano soltanto danni legati alla dipendenza ma attraggono anche piccoli furti. Un altro buon motivo per dire “basta” alla diffusione di queste macchinette mangia soldi.
La stessa Legge regionale, recentemente approvata, prevede contributi agli esercizi commerciali e ai circoli che rimuoveranno dai locali gli apparecchi per il gioco d’azzardo, mentre chi li manterrà dovrà pagare un’Irap maggiorata dello 0,1 per cento.
Di esempi virtuosi, in questo senso, ce ne sono.
Nei mesi scorsi avevamo avuto modo di raccontare la storia del Circolo Acli di San Giovanni Valdarno. Il responsabile Carlo Alberto Bani, all’interno del proprio locale, aveva visto rovinarsi padri e madri di famiglia, colpiti da vere e proprie dipendenze per inseguire l’illusione di una vincita facile.
La scelta di campo del circolo valdarnese voleva essere anche un gesto educativo nei confronti dei tanti giovani che frequentano il locale Acli. Non solo. “Se nell’immediato le slot garantivano un buon introito al circolo – sono le parole di Bani -, è anche vero che nel tempo hanno attirato i ladri. Più volte si sono introdotti di notte nel locale nel tentativo di scassinare i video poker, causando ingenti danni. Con una gestione oculata cercando altre forme di introito, siamo riusciti a chiudere il bilancio in pareggio anche senza le slot machine”. Insomma, rinunciare al gioco d’azzardo è possibile e conviene. Ai locali pubblici e alla nostra società.
LA CAMPAGNA DI TSD SULLE NUOVE DIPENDENZE:
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- Nel Valdarno, uno dei primi circoli Acli a rinunciare alle slot machine
- Lotterie: perché non raccontare le storie di chi perde?
- Ruba per giocare. La posizione della Caritas
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