La Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro presto avrà un nuovo diacono; infatti, venerdì 27 dicembre, alle 18 presso la Concattedrale di S. Giovanni Evangelista in Sansepolcro, il seminarista Alessandro Bivignani riceverà l’ordinazione diaconale per mezzo dell’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo Riccardo Fontana. Nella locandina che annuncia questo importante passo, Alessandro ha deciso di inserire il «Volto Santo», scultura lignea del IX secolo che si trova nella stessa chiesa dove riceverà il diaconato, proprio per sottolineare il legame che ha con Sansepolcro. «È la città a cui sono legato in modo particolare – spiega Alessandro – per il mio cammino di fede: sia per storia personale perché lì sono nato e battezzato, e nella stessa chiesa dove sono divenuto cristiano a tutti gli effetti riceverò anche il diaconato, sia perché nella cittadina biturgense ho avuto tante persone e amici molto importanti per il mio cammino di fede. L’immagine che ho scelto è per me molto significativa: è un Cristo intento ad abbracciare e ad accogliere tutti».
IL CAMMINO
«Per chi ha il desiderio e l’obiettivo di diventare sacerdote – prosegue lo stesso seminarista – il diaconato non è una semplice tappa intermedia. Esso rappresenta il momento in cui diciamo il proprio “eccomi”, o se vogliamo il definitivo e grande “si”, alla vita intima con Cristo. Con l’ordinazione diaconale ci assumiamo, per tutta la vita, l’obbligo del celibato, della preghiera quotidiana per il popolo di Dio e la nostra promessa di fedeltà e di obbedienza al vescovo. Non è quindi solo una tappa intermedia, ma un vero e proprio “salto definitivo”. Ci si prepara all’ultima tappa del seminario e così, da una parte si vive con trepidazione perché consci di essere arrivati alla fine di un percorso tra le naturali fatiche e le gioie che l’anno accompagnato, dall’altro quando però si arriva al momento definitivo di pronunciare il proprio eccomi, c’è una situazione non tanto di timore, ma di fermarsi un attimo e domandarsi che cosa succederà; è una domanda non mista a paura, ma piena di tanta fiducia nel Signore e nella Sua volontà».
TRA PARROCCHIA E ISTITUTO SOSTENTAMENTO CLERO
Originario di Anghiari, Alessandro si è diplomato presso un istituto tecnico commerciale biturgense, sede dell’antico seminario minore, finito il quale si è inserito nel mondo del lavoro prima in un’azienda privata e poi, sempre come ragioniere, all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, dove, come spiega Alessandro: «ho potuto vedere un lato della Chiesa molto pratico e fondamentale, utile per avere uno sguardo globale su cosa sia realmente la Chiesa in tutte le sue parti: sono stati otto anni che mi sono serviti per vedere un lato ecclesiale molto concreto, ma non staccato assolutamente dal contenuto del messaggio cristiano».Dopo queste esperienze lavorative, la decisione di lasciare tutto per il seminario. «Sono sempre stato una persona vicina alla Chiesa fin da bambino, e questo grazie innanzi tutto alla famiglia perché mi ha trasmesso la fede. Poi, durante l’adolescenza, vi è stato un normale e breve periodo di leggero distacco rispetto agli anni precedenti; in seguito, grazie ai parroci che ho incontrato, sono stato sempre coinvolto nella parrocchia nelle sue molteplici attività, e nello stesso tempo queste cose hanno fatto scaturire in me l’esigenza di approfondire sempre di più il cammino di fede. Ho potuto svolgere attività pastorale giocando la mia libertà, il tempo libero, e queste cose mi hanno formato e discernere ciò per cui il Signore mi stava chiamando. Sono entrato in seminario a ventotto anni invece che diciotto, durante i quali non vi è stata assenza di chiesa o allontanamento, ma dieci anni belli e intensi, a contatto con la realtà ecclesiale. È stata una vera e propria palestra e questo grazie alle persone, parroci e attività che ho potuto incontrare e sperimentare».
L’ANNUNCIO IN TERRA SANTA
«Prima di entrare seminario, quando sentivo in me che il desiderio della chiamata al sacerdozio si faceva sempre più forte, mi sono affidato alla direzione spirituale di alcuni sacerdoti amici, e nello stesso tempo molto preparati, che grazie a loro ho fatto un cammino di discernimento di quasi un anno, al termine del quale ero nel periodo estivo, e colsi l’occasione del pellegrinaggio diocesano del 2008 in Terra Santa per parlare con il vescovo della mia intenzione di entrare in seminario. Il pellegrinaggio fu ad agosto, e ad ottobre vi entrai ufficialmente».
«Questi anni di seminario mi hanno formato sia dal punto di vista teorico, con gli studi compiuti alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, sia dal punto di vista umano poiché si impara a mettersi in gioco con le altre persone, a plasmare il carattere, vivere un momento di vita in comunità e valorizzare i propri carismi attraverso il confronto, lo studio e il dialogo».
La celebrazione sarà registrata dalle telecamere di TSD e riproposta la sera di venerdì 27 alle 22.00.