“Erano 25 anni che la Concattedrale di Sansepolcro non ospitava un evento di questo genere”. È stato l’arcivescovo Riccardo Fontana, a conclusione della celebrazione, a ricordare l’eccezionalità dell’evento. Nel giorno di San Giovanni Evangelista, patrono del Borgo, un’ordinazione diaconale di un figlio della Valtiberina, Alessandro Bivignani. Una festa nella festa, perché proprio nella Concattedrale biturgense, 33 anni fa, il seminarista originario di Anghiari fu battezzato.
“FORTI NEL VANGELO, ATTENTI ALLA GENTE”
“Si è veramente uomini di Dio se Dio è con noi e noi con Lui – ha detto Fontana nell’Omelia -, ogni giorno nelle prove della vita a volte complesse. Ci è chiesto caro Alessandro, di avere come tesoro la confidenza con Gesù e di donare alla gente del nostro tempo qualcosa che è ben più prezioso del denaro. L’icona della guarigione dello storpio ci insegna come deve essere il Ministero sacro: forte nel Vangelo, attento ai bisogni della gente, in dialogo con il prossimo, capace di rispondere alle necessità vere degli altri. Solo una Chiesa che si spende veramente per il prossimo potrà essere realmente credibile agli occhi del popolo”.
Assieme a Fontana hanno concelebrato anche gli emeriti di Grosseto, mons. Giacomo Babini e di Fiesole, mons. Luciano Giovannetti. Non sono voluti mancare nemmeno i colleghi di studi di Alessandro, arrivati dalle Chiese sorelle della Toscana.
QUEGLI INCONTRI LUNGO IL CAMMINO
Al termine del rito, Fontana ha chiesto un applauso per i genitori di Alessandro, particolarmente commossi.
Poi le parole del neo diacono: “Eccellenza, la ringrazio per aver colto un mio grande desiderio, quello di celebrare questa ordinazione in una chiesa per me così significativa. Ringrazio anche i sacerdoti qui presenti, tanti ne ho incontrati lungo il mio cammino. Mi hanno saputo testimoniare una cosa ben precisa, che per me è stata decisiva nello scegliere la via del sacerdozio: l’essere felici nell’essere preti. Non è possibile menzionare tutti, vorrei solo ricordarne uno in particolare, il mio parroco ad Anghiari, don Marco Salvi.
Per alcuni anni ho rimandato il mio ingresso in Seminario, per Grazia di Dio, devo dire che quelli sono stati anni ricchi, intensi, colmi di esperienze sia ecclesiali che spirituali. Per questo intendo ringraziare il Signore per il dono di tanti amici che in vari modi hanno contrassegnato la mia storia: da quelli delle parrocchie di Tavernelle e Anghiari a quelli di tanti altri luoghi ed esperienze”.
Foto: Sofia Cesari