Le pareti dell’Unità operativa di Medicina Interna dell’ospedale San Donato di Arezzo si arricchiscono di molteplici finestre colorate che si aprono sul mondo esterno, immagini suggestive e piene di emozione evocate tramite la gestualità delicata e profonda del fotografo Maurizio Pichi. Tutto questo grazie all’iniziativa “Windows, la cura oltre la cura“, che si inserisce all’interno del progetto “Arte in ospedale”.
E’ noto il valore dell’arte come terapia, la creazione artistica come momento di liberazione e canalizzazione di energie di straordinario valore. Ma l’arte in ospedale è utile anche per sdrammatizzare i momenti di attesa, per favorire uno stato d’animo positivo che favorisca i pazienti nel decorso della malattia ed i familiari nel tener viva la speranza anche nei momenti più difficili. Questo il significato del progetto avviato dall’Azienda Usl8 attraverso la collaborazione di artisti, Istituti scolastici, pazienti appassionati di arte.
“L’approccio che l’Unità operativa di Medicina ha sempre cercato di adottare – afferma il Direttore Luciano Ralli – è di cura che va oltre la grande professionalità che tutti i giorni i suoi operatori mettono al servizio dei pazienti e si basa su un’intensa cura della relazione, essenziale per aiutare i pazienti nei quali la scienza dimostra inesorabilmente i propri limiti”.
“Partendo da questo – sottolinea la coordinatrice infermieristica del reparto Simona Papi, che ha fortemente creduto in questo progetto – ritengo che l’ambiente in cui i pazienti , soprattutto oncologici, ed i propri familiari vengono accolti, possa diventare “curativo” attraverso l’uso di fotografie che richiamano immagini naturalistiche o momenti emotivamente intensi, diventando così non solo funzionale al decoro della struttura ma anche significativo per coloro che, spesso inconsolabili per la propria condizione, nel guardarle possono rivivere dei momenti belli del loro passato e, anche se solo per qualche istante, essere alleviati dalle loro sofferenze”.
“Le immagini – spiega il fotografo Maurizio Pichi – sono state scelte basandosi sulla possibilità di trasmettere emozioni positive e giustamente alcune foto sono dedicate ai componenti dello staff che svolge la sua attività nel reparto. Da un punto di vista narrativo, la mancanza di consequenzialità fra un’immagine e l’altra, trova la sua ragione nel cercare di interrompere il flusso dei pensieri, purtroppo ossessivo, che in quello spazio e situazione, si possono creare. Voglio ringraziare inoltre Sony Italia per aver sposato questa causa, fornendomi il materiale tecnico per la realizzazione del progetto.”
Arte in ospedale, ecco il progetto “Windows, la cura oltre la cura”
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