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San Valentino, il Papa ai fidanzati: “Sappiatevi amare per sempre”

14/02/2014 / Michele Francalanci / Blog, Notizie, Papa Francesco
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“Non dobbiamo lasciarci vincere dalla cultura del provvisorio”. È l’invito rivolto oggi dal Papa ai fidanzati. Rispondendo all’argomento della prima domanda rivoltagli da una coppia proveniente da Gibilterra – la “paura del per sempre” – il Papa ha detto che tale paura “si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi, di crescita comune, di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede”. Il “per sempre”, ha spiegato il Papa ai fidanzati, “non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani”. Oggi, invece, “tante persone hanno paura di fare scelte definitive, per tutta la vita, sembra impossibile. Oggi tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: stiamo insieme finché dura l’amore”. “Ma cosa intendiamo per amore?”, ha chiesto il Papa: “Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita”.

“Gli sposi possono imparare a pregare anche così: Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano, insegnaci ad amarci, a volerci bene! Più vi affiderete a Lui, più il vostro amore sarà per sempre, capace di rinnovarsi, e vincerà ogni difficoltà”. Lo ha detto il Papa, secondo il quale “l’amore quotidiano degli sposi è il vero pane dell’anima”, ha detto a braccio. “Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore”, l’invito del Papa, che ha esortato i fidanzati a non fondare la loro casa sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio”. “La famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di sostegno”, ha ricordato il Papa: “Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre”. “Anche per voi, il Signore può moltiplicare il vostro amore e donarvelo fresco e buono ogni giorno”, ha assicurato Papa Francesco citando il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: “Ne ha una riserva infinita! Lui vi dona l’amore che sta a fondamento della vostra unione e ogni giorno lo rinnova, lo rafforza. E lo rende ancora più grande quando la famiglia cresce con i figli”.

“Vivere insieme è un’arte, un cammino paziente, bello e affascinante. Non finisce quando vi siete conquistati l’un l’altro… Anzi, è proprio allora che inizia!”. Con queste parole il Papa ha risposto alla seconda domanda, rivoltagli da una coppia toscana. Ai fidanzati, il Papa ha dato le stesse “regole” per il “cammino di ogni giorno” che aveva già assegnato alle famiglie, e che “si possono riassumere in tre parole: permesso, grazie e scusa”. “Permesso”, ha spiegato il Papa, “è la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun altro con rispetto e attenzione”, cioè “saper entrare con cortesia nella vita degli altri”. Sono concreti, gli esempi fatti dal Santo Padre: “Bisogna imparare a chiedere: posso fare questo? Ti piace che facciamo così? Che prendiamo questa iniziativa, che educhiamo così i figli? Vuoi che questa sera usciamo?”. A volte invece, “si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna”. Ma “l’amore vero non si impone con durezza e aggressività”, ha detto il Papa citando i Fioretti di San Francesco: “Sappi che la cortesia è una delle proprietà di Dio, e la cortesia è sorella della carità, la quale spegne l’odio e conserva l’amore”. “La cortesia conserva l’amore”, ha assicurato il Papa: “E oggi nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia”.

“Grazie”. “Sembra facile pronunciare questa parola, ma sappiamo che non è così, però è importante!”, ha ammonito il Papa: “La insegniamo ai bambini, ma poi la dimentichiamo!”. La gratitudine, invece, “è un sentimento importante”, ha detto il Papa, che ai fidanzati ha chiesto: “Sapete ringraziare?”, perché “l’altar persona è un dono di Dio, e ai doni di Dio si dice ‘grazie’”. “Grazie”, per il Papa, “non è una parola gentile da usare con gli estranei, per essere educati. Bisogna sapersi dire grazie, per andare avanti bene insieme nella vita matrimoniale”. Infine, “scusa”: “Nella vita facciamo tanti errori, tanti sbagli. Li facciamo tutti. Forse non c’è giorno in cui non facciamo qualche sbaglio. La Bibbia dice che il più giusto pecca sette volte al giorno”. “In genere ciascuno di noi è pronto ad accusare l’altro e a giustificare se stesso, ma questo è cominciato dal nostro padre Adamo”, la denuncia del Papa: “è una storia vecchia, è un istinto che sta all’origine di tanti disastri. Impariamo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa”: “Scusa se oggi ho alzato la voce, se sono passato senza salutare, se ho fatto tardi, se questa settimana sono stato così silenzioso, se ho parlato troppo senza ascoltare mai… Tante scuse al giorno possiamo dire”.

Fonte: AgenSir

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