A tre mesi esatti dalla visita di Papa Francesco in Terra Santa, anche la città di Betlemme, nei Territori Palestinesi, si prepara ad offrire al Pontefice il suo volto migliore. Dalla Pontificia Missione per la Palestina, organo della Santa Sede voluto da Pio XII nel 1949 per aiutare la popolazione di Terra Santa, è arrivato un contributo di mezzo milione di dollari per proseguire i lavori di restauro della Basilica della Natività. L’accordo è stato siglato lo scorso 20 febbraio dai rappresentanti della Pontificia Missione e dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), responsabile del restauro.

I lavori di restauro nella parte superiore della Basilica
Iniziati nello scorso mese di settembre, i lavori vanno ad intervenire sugli elementi strutturali: il tetto, la sostituzione delle 38 finestre nella parte superiore ed il risanamento del sistema di drenaggio dell’acqua piovana. A portare avanti il restauro, due aziende italiane: la Pilosio Spa di Tavagnacco (Udine) e la Piacenti Spa di Prato. La prima, che si occupa di ponteggi e casseforme, fornisce le strutture provvisionali per l’intervento di ripristino del monumento, affidato alla pratese Piacenti, specializzata nel restauro di beni storici ed artistici. I lavori si sono resi necessari per i danni provocati da infiltrazioni d’acqua piovana dal tetto al legno sottostante, alle pareti, alle colonne e ai mosaici della struttura. Gli esperti italiani lavorano insieme a maestranze arabe, per chiudere questa prima fase del progetto entro il termine previsto: settembre 2014. Anche alcuni dei materiali utilizzati per il restauro provengono dall’Italia, come il legno antico impiegato per la sostituzione di alcuni elementi.

L’interno della Basilica della Natività
L’intervento è stato voluto dall’Anp, ma ha richiesto l’autorizzazione da parte delle tre confessioni cristiane che gestiscono lo status quo della Basilica: la Custodia francescana di Terra Santa (Chiesa cattolica), i greco-ortodossi e gli armeni. “La collaborazione tra le Chiese e l’Autorità Palestinese si svolge per il meglio e senza polemiche” testimonia, in un’intervista pubblicata sul sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme, Fra Stéphane Milovitch, francescano della Custodia di Terra Santa e guardiano del Convento di Santa Caterina di Betlemme quando fu firmato l’accordo tra le tre Chiesa e l’Anp, nel settembre 2010 . Oggi è guardiano del Convento di San Salvatore a Gerusalemme, ma conserva la missione affidatagli dalla Custodia come Responsabile francescano per i lavori della Basilica della Natività. “Ci sono frequenti riunioni di valutazione, che riuniscono i responsabili delle tre Chiese che condividono la Basilica, ma anche la municipalità di Betlemme e gli ingegneri, sotto la presidenza di Ziad Bandak, ministro e consigliere del Presidente palestinese per gli Affari Ecclesiastici.”

Fra Stéphane Milovitch,
responsabile francescano dei lavori
“Molti – prosegue Fra Stéphane – si sono scandalizzati per il fatto che le Chiese non siano riuscite a mettersi d’accordo per il restauro della Basilica. Ma, dal mio punto di vista, questo ritardo è provvidenziale. Infatti, se ogni Chiesa avesse potuto fare dei restauri per la propria parte, avrebbe sfigurato l’edificio, restaurandolo in modo non uniforme. E’ proprio perché l’edificio ha conservato il suo puro stile bizantino che oggi attira gli architetti, gli esperti e la comunità internazionale. […] Questo edificio in sè ‘grida’ l’ecumenismo. Ad esempio, nei mosaici che ornano la parete sopra le colonne vi è la rappresentazione dei primi sette Concili Ecumenici della Chiesa: la Chiesa bizantina riconosce tutti questi Concili, che abbiamo quindi in comune. Più in basso, sulle colonne, troviamo anche dipinti di epoca crociata che rappresentano santi orientali ed occidentali. Così, la Chiesa della Natività evidenzia il Credo universale delle Chiese, il quale ci porta verso una santità unica e univoca. E’ bene infine sottolineare che molte comunità pregano in questo edificio giorno dopo giorno, da molti secoli. Riti diversi, ma che vivono la stessa fede.”

La Piazza della Mangiatoia vista dai pontili sull’esterno della Basilica
In un primo momento, il progetto di restauro riguardava solamente il tetto, la travatura e le finestre. Ma scoprendo che c’era un patrimonio più ampio da proteggere (affreschi, mosaici, l’esterno dell’edificio), i lavori sono stati ampliati. L’intervento complessivo, che potrebbe durare dai 4 ai 6 anni, necessita di un investimento di 18-20 milioni di dollari. Al momento ne sono disponibili 5, sufficienti per il tetto, le finestre, i mosaici, l’ingresso alla Basilica e la struttura esterna. Per ridare alla Chiesa della Natività, culla del cristianesimo, il suo antico splendore, i fedeli di Terra Santa confidano “nella provvidenza e nella generosità delle persone”, come si augura Fra Stéphane.