“Pregare, camminando vicino al nostro check-point, che è il check-point di tutti, chiedendo con insistenza a Maria, che è la madre di tutta l’umanità, soprattutto dell’umanità che soffre, di rompere qualsiasi muro interiore, per poi raggiungere anche quello esteriore”. Suor Lucia Corradini, delle terziarie francescane elisabettine, ha preso parte, lo scorso 1° marzo, alla Giornata di preghiera e sensibilizzazione contro il Muro di separazione israeliano.

La messa sotto gli ulivi di Cremisan
Da dieci anni, a partire da quel 1° marzo del 2004 che ha visto l’innalzamento del primo blocco di cemento, a Betlemme e in tutto il mondo si prega per la pace in Terra Santa. Anche quest’anno la comunità cristiana palestinese si è ritrovata sotto gli ulivi della Valle di Cremisan, ancora in attesa di giudizio, per la celebrazione della Messa. Poi il pellegrinaggio, con il rosario tra le mani, lungo il Muro, fino al check-point 300. “Questa preghiera è una lotta silenziosa, mite, fatta insieme, perchè crediamo che il Signore sia sempre dalla parte della pace, della giustizia, della solidarietà e della comunione” spiega Suor Lucia ai microfoni del Franciscan Media Center. Insieme a lei e alla comunità locale, ci sono i pellegrini venuti da tutta Italia, per incontrare “la realtà palpitante di un’umanità che soffre”, come spiega Norberto Julini, del movimento cattolico Pax Christi che ogni anno, dal 2004, promuove la campagna “Ponti, non muri”. “Le pietre vive – spiega, facendo riferimento ai cristiani di Terra Santa – rafforzano la nostra fede più di quanto non possano fare le memorie delle pietre antiche”.

Il rosario lungo il Muro
“Noi non abbiamo alcun mezzo per combattere. Solo attraverso la preghiera noi combattiamo ingiustizia, la guerra e il muro – racconta Nicola Juha, di Betlemme. – Ogni venerdì veniamo a Cremisan per pregare. Crediamo che la preghiera sia l’unica soluzione che forse potrà rimuovere il male del Muro.”
Presente, come sempre, anche il biturgense Don Mario Cornioli, sacerdote della Diocesi di Fiesole fidei donum al Patriarcato Latino di Gerusalemme, che sottolinea come quest’anno l’anniversario del Muro si tinga di una nuova speranza: “Aspettiamo con fiducia la visita di Papa Francesco – confida Abuna Mario nell’intervista del Franciscan Media Center – Siamo convinti che avrà parole di pace e di speranza per tutti: per questi due popoli che devono vivere insieme, non possono vivere uno senza l’altro. Papa Francesco è l’ultima speranza: è rimasta l’unica persona credibile“.
Per commemorare la Giornata di preghiera e sensibilizzazione contro il Muro, il Comune di Montevarchi, gemellato con Betlemme dal 1998, ha organizzato anche per quest’anno un’iniziativa culturale. L’appuntamento è per giovedì 6 marzo alle 21 presso il Centro Pastorale della Parrocchia del Giglio: ospite della serata sarà Mauro Montalbetti, presidente dell’Associazione Ipsia – Acli ed esperto in tematiche legate al Medio Oriente. L’evento sarà anticipato per chi desidera anche da un momento conviviale.
PER APPROFONDIRE:
Terra Santa Flash: Montevarchi città di pace per il Medio Oriente