Era l’uomo al volante della vettura che ha permesso la fuga della “banda di Rondine”. I Carabinieri di Arezzo hanno arrestato ieri, venerdì 7 marzo, un 30enne macedone domiciliato in città, nell’ambito della prosecuzione delle indagini sulla rapina dello scorso 15 gennaio in un’abitazione in Località Rondine, nella provincia di Arezzo, ai danni dell’imprenditore Luigi Scortecci, proprietario della ditta orafa “Silo”.
Per il furto era già finito in carcere, lo scorso 25 febbraio, un albanese di 28 anni, clandestino, fermato a Castelfiorentino, in provincia di Firenze. I Carabinieri di Arezzo, insieme ai colleghi del Nucleo locale, hanno riconosciuto nel 28enne uno dei tre malviventi che nella serata del 15 febbraio, coperti da passamontagna e armati di due pistole ed un manganello, avevano costretto la famiglia Scortecci – oltre all’imprenditore, anche la moglie e i due figli, tutti presenti al furto – ad aprire le casseforti, portando via gioielli in oro ed orologi di pregio per un valore complessivo di circa 20mila euro, ed allontanandosi immediatamente dalla zona grazie all’aiuto di un complice, che li aspettava all’esterno. Si trattava appunto del macedone arrestato ieri, che avrebbe fornito supporto logistico alla banda, accompagnandola sul luogo del furto e recuperandola al termine del colpo.
Pochi giorni dopo la rapina, i Carabinieri di Arezzo avevano arrestato per ricettazione un 36enne italiano pregiudicato, di origini campane, ma residente ad Arezzo. Ingenuamente, aveva ceduto ad un esercizio di “Compro Oro” la maggior parte dei gioielli rubati. La refurtiva, riconosciuta integralmente dalle vittime, era stata recuperata e riconsegnata alla famiglia.
L’episodio aveva consentito un’accelerazione dell’indagine. I Carabinieri, incrociando i dati in possesso sul conto del ricettatore, sono risaliti ai contatti tenuti dall’uomo con soggetti provenienti dall’Est Europa: sono così riusciti a mettersi sulle tracce dei probabili autori della rapina, che venivano man mano identificati.
Successive perquisizioni domiciliari, eseguite a metà febbraio, hanno permesso ai Carabinieri di recuperare una pistola con matricola abrasa, nascosta in un giardino vicino all’abitazione di uno dei sospettati, ed un orologio di valore, provente della rapina, nell’abitazione di una donna rumena, che aveva legami con un altro dei sospettati.
Lo scorso 25 febbraio, a Castelfiorentino, sono scattate le manette per il 28enne albanese, che al momento del fermo indossava al polso un orologio di grande valore, di proprietà di Luigi Scortecci, e in una tasca aveva alcuni monili in oro, provenienti da altri furti in abitazione, commessi a Castelfiorentino. Durante la perquisizione domiciliare dell’uomo, che abitava insieme ad un connazionale e a due cittadini marocchini, i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato un altro orologio di valore, monili in oro, un televisore e capi di vestiario griffati, tutti provenienti da alcuni furti in abitazione avvenuti a Castelfiorentino nel mese di febbraio. Sono stati inoltre sequestrati 68 grammi di hashish e 106 grammi di marijuana, per i quali i due marocchini sono stati denunciati in stato di libertà per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’altro albanese è stato deferito, unitamente al coinquilino, per il reato di ricettazione. Gli oggetti sequestrati sono stati riconsegnati alle vittime dei furti.