Uno dei primi ospiti di “Aritmie”, il nuovo progetto della primavera culturale aretina, è stato niente meno che il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, polacco di origini ebraiche e professore all’università di Leeds per decenni . Ad accoglierlo questa mattina il consiglio comunale di Arezzo, tra emozione ed estremo interesse per il suo pensiero.
Il professor Bauman si è detto subito felice di avere accettato l’invito di Arezzo. “Non dobbiamo mai dimenticare questo: se io ti dono un pensiero e tu mi doni un pensiero entrambi avremo due pensieri; se io ti do un dollaro e tu mi dai un dollaro avremo entrambi un solo dollaro. Nel tempo che passerò in questa bellissima città proverò a tessere un dialogo su due elementi: lo sviluppo e la condizione umana. Spunti di riflessione sono le relazioni e gli strumenti che possiamo usare per connettersi e disconnetersi nelle relazioni stesse. Faccio uso del concetto di ‘interregno’ derivato da un grande filosofo italiano, Antonio Gramsci, che ne ha parlato a proposito del passaggio dall’antichità romana all’impero. Il tipo di interregno davanti a cui siamo ora ci impone obblighi globali e soluzioni locali. Tutti gli strumenti conosciuti e utili a suscitare reazioni collettive, impiegati in passato per difenderci dalle aggressioni straniere, ci hanno fatto maturare come centrale il concetto di sovranità territoriale. Ma è un’illusione pensare di utilizzare gli stessi strumenti e le stesse istituzioni in una fase caratterizzata da interdipendenza. Dove possiamo trovare strumenti nuovi? I governi sono tra due fuochi, i cittadini che li hanno eletti e le esigenze internazionali del capitale, stressati da un potere privo di controllo politico e dall’incertezza. Dall’altra parte della barricata ci siamo noi come individui, persone in grado di scegliere i nostri leader, un governo e un parlamento che trovino soluzioni. In questo contesto siamo immersi in un liquido, disperatamente alla ricerca di alternative. L’attualità ci restituisce un mondo costellato di piazze, da Madrid a Kiev, che chiedono qualcosa di diverso. Una struttura intermedia come le città è particolarmente adatta a trovare una mediazione tra strutture formali e strutture informali. Vedo benissimo che c’è bisogno di parlare anche di strumenti legati a internet: sette ore al giorno stiamo connessi con un interfaccia video piuttosto che con una persona. Riflettiamo sul fatto che il mondo è diviso fra una metà che è on line e una metà off line”.
Zygmunt Bauman approfondirà tutti questi spunti domani, sabato 29 marzo alle 10, al Teatro Tenda di Arezzo, in un incontro aperto al pubblico a ingresso libero.