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Patriarca Twal: “Atti di vandalismo avvelenano la visita del Papa”

12/05/2014 / Redazione / Blog, Terra Santa
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A poco meno di due settimane dall’arrivo di Papa Francesco in Terra Santa sale la preoccupazione della Chiesa cattolica locale a causa dell’aumento degli atti di vandalismo contro cristiani, musulmani e drusi da parte di estremisti, radicali di destra ed ebrei ultraortodossi che si firmano con la sigla “Price tag”, ovvero “il prezzo da pagare”. Un aumento di provocazioni che adesso rischia di “avvelenare – come detto domenica 11 maggio dal Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, nel corso di una conferenza stampa tenuta ad Haifa – l’atmosfera di coesistenza e cooperazione” e di “colpire gravemente l’immagine dello Stato di Israele all’estero. Un affronto alla democrazia, regime nel quale Israele afferma di vivere”.

La conferenza stampa del Patriarca Twal

La conferenza stampa del Patriarca Twal

“Il governo di Israele – ha affermato Twal – deve preoccuparsi. Queste azioni sollevano le condanne dai leader israeliani, ma portano a pochi arresti”. Nella conferenza stampa, Twal si è detto comunque incoraggiato “dal fatto che il ministro della Giustizia Tzipi Livni ha tenuto una riunione di emergenza per la lotta a questo vandalismo senza senso” e dalle parole del ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, che ha promesso “tolleranza zero” contro le violenze estremiste definite “terrorismo puro e semplice”. Nelle scorse settimane sia il presidente israeliano Shimon Peres che il premier Benjamin Netanyahu hanno condannato gli eventi.

“Speriamo che il problema non rimanga solo una questione di dichiarazioni altisonanti e di tavole rotonde. Finché questi discorsi non verranno messi in pratica, rimaniamo scettici”, ha precisato il Patriarca latino di Gerusalemme. Tale scetticismo viene sottolineato dalle domande che Twal ha sollevato durante la conferenza stampa: “Chi c’è dietro questa violenza? Gli attacchi sono solo azioni di individui isolati? Chi insegna loro questa cattiva educazione? Come è possibile che i colpevoli non vengono arrestati?“.

La firma “price tag” è apparsa per la prima volta nel 2008 e da allora si sono registrati 788 atti di vandalismo “firmati”. Nelle ultime settimane, tuttavia, in preoccupante concomitanza con l’avvicinarsi della visita del Papa in Terra Santa, in calendario dal 24 al 26 maggio, gli attacchi sono aumentati: a Tabgha, sulle sponde del lago di Tiberiade, sono stati profanati il simbolo sacro della croce e l’altare. A Gerusalemme è stato violato l’edificio di Notre Dame, di proprietà della Santa Sede, e più precisamente l’ingresso dell’ufficio dell’Assemblea dei vescovi. In una moschea nel nord di Israele, è stata trovata la scritta: “Chiudere le moschee ed aprire lo yeshivot (Seminario di Studi ebraici, in ebraico)”. In una lettera minatoria, inviata domenica 27 aprile al Vicario patriarcale per la Galilea, mons. Giacinto Marcuzzo, firmata da un certo “Messia, Figlio di Davide”, i cristiani, considerati “idolatri” e seguaci di “culti pagani”, venivano minacciati di essere uccisi se non lasciavano la Terra Santa prima del 5 maggio.

Esempi di "Price tag" (dal sito del Patriarcato)

Esempi di “Price tag”
(dal sito del Patriarcato)

Citando le dichiarazioni di Carmi Gillon, ex capo dell’agenzia di sicurezza israeliana Shin Bet, secondo il quale l’attuale capo Yoram Cohen sottovaluta gli atti di vandalismo degli ebrei ultranazionalisti, il Patriarca ribadisce: “A quanto pare, non si dà priorità a questo problema. Se è così, ci chiediamo: perché?”

Il Ministro israeliano per la Sicurezza interna, Yitzhak Aharonovitch, dal canto suo, ha indicato nei giorni scorso che il governo ha “l’intenzione di ricorrere alla detenzione amministrativa” contro gli artefici di questo tipo di attacchi. Un tipo di detenzione fino ad ora utilizzata solo contro i palestinesi, che prevede di imprigionare i sospettati più rapidamente, perché senza processo, su ordine di un tribunale militare, per un  periodo di sei mesi, rinnovabili.

Secondo una fonte di polizia israeliana citata dai media, “ci sono diverse dozzine di attivisti della Giudea e Samaria (il modo in cui gli israeliani definiscono i Territori Palestinesi, ndr) e soprattutto della colonia di Yitzhar e delle colline vicine, responsabili di questi incidenti seri. Sappiamo chi sono”, ha aggiunto la fonte, riportata dall’Ansa.

Per il Patriarca Twal, tuttavia, la soluzione del problema non si può ricondurre solo a una questione di “legge e ordine”, ma va letta anche attraverso la lente dell’educazione: “Si tratta di sapere come educhiamo i nostri figli, che cosa apprendono su coloro che hanno una religione, nazionalità o identità etnica diversa dalla loro, cosa imparano in ambienti in cui si generano giovani che commettono atti di odio e soprattutto.”

Sempre domenica si sono tenute altre due iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave ondata di vandalismi e discriminazione in Israele: ad Haifa, dopo la conferenza stampa del Patriarca, si è svolta la processione in onore della Madonna del Carmelo, “il più grande raduno dei cristiani in Terra Santa” insieme alla Domenica della Palme, ha specificato Twal. “Tutti insieme imploriamo l’intercessione di Maria per rafforzare la nostra fede nelle numerose sfide che noi come cristiani dobbiamo affrontare – ha detto il Patriarca – Preghiamo anche per gli autori di atti di vandalismo e per le loro famiglie; e preghiamo anche perché il governo agisca secondo giustizia“, ha esortato il leader religioso.

A Gerusalemme, su iniziativa dell’ICCI (Consiglio Interreligioso in Israele), si è tenuta una manifestazione davanti alla residenza del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per chiedere di porre fine agli attacchi contro i cristiani nei luoghi sacri e nei luoghi di culto, e perché sia fatta giustizia di fronte ai responsabili degli attacchi di Price Tag.

Ad opporsi agli atti di razzismo anticristiano e antiarabo è sceso in campo anche lo scrittore israeliano Amos Oz che ha apertamente definito ”neo nazisti” locali gli autori dei price tag. Contro di lui si è scagliato il Consiglio dei coloni di Benyamina e Samaria che ha inoltrato una querela alla polizia auspicando che Oz sia arrestato. 

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