Sono da poco passate le 13. L’ora x in cui è scattata l’ultima “campagna social” tra i giovani. Ma stavolta non si tratta di una nuova moda. L’hashtag ufficiale è #carofrancesco e se lo cercate su Facebook e Twitter capirete di cosa stiamo parlando: è l’invito che gli scout dell’Agesci stanno inviando, tramite il tam tam online, a Papa Francesco, perchè partecipi alla Route Nazionale, il grande campo che in estate porterà a San Rossore (PI) 33.000 ragazzi da tutta Italia, dai 16 ai 21 anni. Per farlo, hanno scelto una strada diversa rispetto alla carta bollata: un video-invito, disponibile su You Tube, in cui a formulare l’invito sono decine di giovani da varie piazze d’Italia.
“Caro Francesco, ti scrivo perchè ho bisogno di te. Anzi, abbiamo bisogno di te”, inizia Michele, da Biella. “E’ buffo scriverti, sai? – prosegue Chiara, da Imola – In un periodo di crisi come questo, noi tutti, ora più che mai, abbiamo bisogno di essere illuminati da questa parola: il coraggio.”

L’invito di Roberto, dell’Arezzo 8
Tra i volti e le piazze non poteva mancare Arezzo: su una terrazza del centro storico, con alle spalle il campanile della Pieve di Santa Maria, c’è Roberto. Al collo il fazzolettone del gruppo Arezzo 8, che fa capo alla zona di San Donato: “Vorremmo una tua testimonianza, vorremmo ascoltarla dalla tua voce. Vorremmo averti tra noi, a San Rossore, durante i giorni della route“.
Una testimonianza, un racconto di coraggio, una presenza, un esempio: è questo quello che gli scout Agesci chiedono a Francesco: “Per noi il coraggio è un amico perchè ci dà ogni giorno la forza e la speranza di andare avanti, verso un futuro incerto e che ci fa paura – confessa emozionata Ilaria, dal centro storico dell’Aquila, ancora martoriato dal terremoto del 2009. – Siamo costretti ad andare incontro al coraggio e ad accoglierlo nelle nostre vite. Ma è difficile trovarlo, e imparare a camminare al suo fianco“. “Ed è per questo – le fa eco Sofia – che oggi noi ti chiediamo che cosa pensi tu del coraggio.”
Lo chiedono a più voci, da alcuni degli angoli dell’Italia in cui più forte si sente il bisogno di coraggio: dal Museo al deportato di Carpi all’ex campo di concentramento di Fossoli, fino al quartiere Scampia di Napoli. Qui, sotto la pioggia, c’è Matteo: “Sarebbe bello se le nostre strade si incontrassero e tu potessi mostrarci come questo nostro essere scout è un modo per incontrare Cristo.”
E poi ancora Trento, Anguillara, Assisi, Roma. Fino ad arrivare a Roccasecca, dove il sorriso di Valentina conclude: “Ricordo le tue parole di qualche tempo fa: Gesù ci chiama. Io a questa chiamata ho risposto. Io ci sarò. Ti aspettiamo.”