Nonostante il sole sia tornato a splendere sui Balcani, la situazione rimane drammatica a seguito della terribile alluvione di questi giorni, la peggiore degli ultimi anni. Le acque si ritirano progressivamente lasciando desolazione e distruzione, in particolare in Serbia e Bosnia Herzegovina. Il bilancio delle vittime, al momento, supera le 40 persone, ma purtroppo è destinato ad aumentare. Solo in Serbia, infatti, sono ancora 660 i dispersi. Complessivamente sono ancora 37mila le persone evacuate.
Mentre prosegue a pieno regime la macchina dei soccorsi, le autorità fanno le prime stime dei danni e si mettono a punto i primi piani di aiuti su larga scala. Allagamenti pesantissimi si sono avuti su vaste porzioni di Serbia e Bosnia Herzegovina, ma anche sulla Croazia. Polizia, esercito e volontari lavorano senza sosta a Obrenovac, a sud-ovest di Belgrado, dove le inondazioni rischiano di creare danni economici ancora più gravi. Secondo la Camera di Commercio almeno l’11% di tutte le imprese serbe si trova in comuni colpiti dalle alluvioni. Preoccupano in particolare le piene del Sava e del Danubio, che potrebbero mettere a repentaglio l’attività di due importanti centrali termiche che da sole coprono circa il 50% del servizio elettrico di tutta la Serbia.
Anche la provincia di Arezzo si è mobilitata per dare sostegno alle popolazioni dei Balcani: a seguito di richieste di aiuto e soccorso da parte della Federazione Bosniaca e della Repubblica Serbia di Bosnja e Erzegovina, dall’interessamento di alcuni Comuni della provincia di Arezzo gemellati con altrettanti Comuni bosniaci, da associazioni no profit che operano in quella nazione martoriata, la Provincia di Arezzo e la Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile della Provincia di Arezzo hanno deciso di aprire una sottoscrizione per aiutare quelle popolazioni: sarà, questo, il tredicesimo “Ponte della Solidarietà” che il nostro territorio costruisce in aiuto di popolazioni colpite da grandi calamità. “L’alluvione – sottolineano dalla Provincia – ha inghiottito chilometri di strade e spostato le mine dei campi ancora da sminare creando di fatto una situazione potenzialmente assai pericolosa per la popolazione e per i soccorritori.”
Ad oggi la situazione non si è ancora completamente assestata, manca di tutto e l’emergenza da acuta diventerà cronica per i mesi a venire. La Provincia di Arezzo e la Consulta della Protezione Civile sono conosciute in quei luoghi per aver contribuito alla realizzazione di un importante progetto della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, denominato “Pet Roboris” che si occupava appunto di protezione civile proprio nei luoghi dove si sono avute le più alte magnitudo di danno. “Gli obiettivi – spiega una nota della Provincia – sono quelli di aiutare direttamente le comunità più colpite in una seconda fase, quando i clamori si sono assopiti e la gente si ritrova abbandonata, senza inviare né soldi né materiale, ma inviando tecnici che, nei vari stati di risoluzione dell’emergenza, con i fondi loro assegnati dal “Ponte della Solidarietà”, reperiranno in loco materiali, vettovaglie e tutto il necessario, assegnandolo ai bisognosi e rendicontando direttamente spesa e beneficiario.”
Saranno chiamati a contribuire alla sottoscrizione, oltre ai cittadini, anche tutti i Comuni della Provincia e le Associazioni di volontariato per la protezione civile che il Presidente Roberto Vasai per la Provincia ed il Presidente Gabriele Romanini per la Consulta convocheranno al più presto per una riunione di coordinamento.
Il nuovo conto corrente intestato alla Consulta ed intitolato “Emergenza Bosnia” ha il seguente Codice Iban:
IT85O0539014100000000095587
Immagine in evidenza: AP Photo/Amel Emric