“Preghiamo per le comunità cristiane del Medio Oriente, perché continuino a vivere là dove il cristianesimo ha le sue origini”: è il tweet che Papa Francesco ha scritto ieri sul suo profilo. Ma ad un mese dal suo pellegrinaggio i riflettori si sono spenti sulla Terra Santa e sul decennale conflitto israelo-palestinese.
Purtroppo la crisi è tutt’altro che sopita: sono passati tredici giorni dalla scomparsa dei tre ragazzi israeliani- i sedicenni Gilad Shaar, Naftali Frenkel e il 19enne Eyal Yifrah – di cui non si hanno più notizie da giovedì 12 giugno, quando sono spariti dall’insediamento di coloni di Etzion, tra Betlemme e Hebron, nei Territori occupati palestinesi. Accusando di rapimento il movimento islamista di Hamas, il governo israeliano ha dato il via all’operazione militare “Brother’s Keeper”, che sta impegnando migliaia di soldati dell’IDF (Israel Defense Forces) in perquisizioni a tappeto, blitz e arresti: al momento sono oltre 470 i palestinesi arrestati, di cui 11 parlamentari. Secondo l’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), sono 400 i raid israeliani contro case, istituzioni della società civile palestinese, università e sedi dei media. Cinque al momento le vittime.
Un appello a pregare per “la liberazione dei tre ragazzi ebrei rapiti, per tutti i palestinesi fermati, e per tutte le vittime della violenza di questi giorni, tra loro due giovani palestinesi”, è arrivato al Sir dal Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal.
“Un mese fa eravamo a festeggiare l’arrivo di Papa Francesco in Terra Santa – ha dichiarato il capo della Chiesa cattolica di Terra Santa – ed oggi siamo a chiedere la fine della violenza che sta scuotendo di nuovo questa nostra Terra Santa. Prima il rapimento di tre ragazzi ebrei nei pressi di Gush Eztion, poi le ricerche, i rastrellamenti casa per casa e gli arresti di decine di palestinesi da parte delle forze di sicurezza israeliane”. “È un calvario – ha commentato il Patriarca. – Ci sono stati episodi di resistenza all’esercito d’Israele e alle stesse forze di polizia palestinesi, colpevoli per tantissimi palestinesi di aver fatto entrare le forze di sicurezza israeliane nel loro territorio. C’è troppa arroganza, troppa ingiustizia, troppa violenza. Non disperdiamo i messaggi di pace che Papa Francesco ci ha lasciato. Preghiamo perché tutto finisca per il meglio“.
Fonti: Nena News e AgenSir
Foto in evidenza: Epa/Abed Al Hashlamoun