Povertà, isolamento, degrado, spaccio e scarsa sicurezza: sono questi i problemi del quartiere cittadino di San Donato, ad Arezzo. Li hanno rilevati gli scout Agesci del clan dell’Arezzo 8, il gruppo con sede presso la stessa parrocchia di San Donato, attraverso un questionario consegnato ad oltre 200 residenti. Dall’analisi è emerso anche come il quartiere sia caratterizzato da una bella commistione di popoli, una particolarità da sfruttare come occasione di arricchimento, conoscenza e aiuto reciproco.
Ed è così che è nata l’idea di un torneo di calcetto multietnico: gli scout hanno infatti pensato di utilizzare lo sport come occasione di incontro e di solidarietà per ricostruire il tessuto sociale della zona. Le riunioni con le comunità somale, tunisine, bengalesi e parrocchiali hanno permesso di trovare quattro squadre che si sfideranno a calcetto domenica 13 luglio, dalle 17.00, presso il campo di San Donato.
“Il quadrangolare, un vero e proprio mondiale con tutte le culture del quartiere – sottolineano dal clan di San Donato – è stato reso possibile anche grazie all’interessamento dell’assessore allo sport del Comune di Arezzo Francesco Romizi e del consigliere comunale Renato Peloso, che si sono attivati presso le sedi istituzionali fornendo i vari contatti e gli spogliatoi.”
Il torneo sarà seguito da un’ulteriore iniziativa per aggregare popoli e tradizioni diverse, cioè la merenda multietnica con i piatti tipici dei quattro Paesi coinvolti nel torneo portati e preparati dalla singole squadre. “Tutto questo – spiegano i ragazzi dell’Arezzo 8, – avrà un fine benefico. Il premio del torneo sarà infatti un buono in denaro liberamente offerto dalla sensibilità dei commercianti della zona da regalare ad una famiglia bisognosa per comprare generi alimentari. Siamo felici di essere riusciti ad organizzare questo torneo perché ci permette di raggiungere un doppio scopo: creare un’occasione di unione tra persone di nazionalità diverse che abitano lo stesso quartiere e portare il nostro piccolo contributo per migliorare la qualità della vita di San Donato”.