L’esercito israeliano ha ripreso poco fa i raid aerei sulla Striscia di Gaza interrotti stamani alle 9 dopo che il Gabinetto di Sicurezza aveva accettato la proposta di coprifuoco presentata dall’Egitto. A comunicarlo è l’agenzia Nena News. Fonti palestinesi sostengono che gli attacchi israeliani si stanno concentrando nel campo profughi di al-Burj e a Khan Yunis. Anche durante il periodo di calma è stato registrato almeno un attacco nell’area orientale della città di Gaza. L’esercito di Tel Aviv sostiene che dalle 9 alle 15 sono stati sparati più di 40 missili dalla Striscia.
Intanto i responsabili di tutti gli organismi caritativi e umanitari che fanno capo alla Chiesa cattolica già mettono in cantiere iniziative comuni per rispondere all’emergenza. “Siamo in riunione presso la sede della Pontifical Mission – riferisce all’Agenzia Fides padre Raed Abusahliah, direttore di Caritas Jerusalem – per fare in modo che tutte le nostre realtà operanti a Gaza affrontino l’emergenza in maniera coordinata, sperando che la tregua si instauri davvero. Ma sappiamo già che oltre agli interventi immediati, serviranno progetti di lungo corso per provare a rendere meno dolorose le ferite profonde lasciate da questo ennesimo intervento militare nella vita degli abitanti della Striscia. Non basteranno anni – prosegue il direttore di Caritas Jerusalem – per risanare tutto quello che è stato distrutto e annichilito, in una situazione dove la vita di tutti era già assillata da mille problemi. Si pensi che già prima dei bombardamenti, anche tra i 1300 cristiani presenti a Gaza, il 34 % delle famiglie non aveva alcuna fonte di reddito”.
Secondo dati forniti dagli organismi sanitari operanti a Gaza, l’operazione militare israeliana “Protective Edge” – iniziata lo scorso 8 luglio – ha provocato a tutt’oggi 192 vittime e più di 1400 feriti tra la popolazione palestinese della Striscia.