Oltre 400mila tifosi hanno accolto quest’oggi a Berlino il rientro della squadra allenata da Joachim Loew, di ritorno dal Brasile con il titolo mondiale nella valigia.
Per la quarta volta nel corso della sua storia la Nazionale di calcio tedesca ha conquistato il tetto del mondo, battendo nella finale del Maracana l’Argentina di Lionel Messi.
Tra le migliaia di tifosi, radunati di fronte ai maxischermi installati nelle principali piazze della capitale tedesca, c’era anche Michele, giovane medico fiorentino, a Berlino dallo scorso novembre per lavoro.
“La notte della finale – spiega il 27enne toscano – ero di fronte alla porta di Brandeburgo con circa 200.000 persone, insieme ad un gruppo di amici tedeschi, perfettamente integrato con la tifoseria teutonica”.
Il goal della vittoria firmato da Mario Gotze è arrivato al 113° minuto del secondo tempo supplementare, molto in ritardo rispetto alla tabella di marcia che i tifosi tedeschi si immaginavano dopo il risultato ottenuto contro i padroni di casa brasiliani.
“All’inizio della partita erano sicuri di sé, entusiasti dei propri beniamini”, racconta Michele.
“Poi – sottolinea il giovane fiorentino – mano a mano che i minuti scorrevano sul cronometro si è creata un po’ di tensione; erano tutti stupiti che la vittoria non fosse immediata, schiacciante. Un altro 7 a 1”.
In questi giorni i media di tutto il mondo hanno sottolineato l’esultanza contenuta che ha contraddistinto i giocatori della Germania. Un elemento che ha caratterizzato anche i sostenitori più convinti.
“Hanno festeggiato sicuramente in maniera molto più contenuta di quando l’Italia ha vinto il proprio Mondiale”, evidenzia il medico fiorentino.
“Ho potuto constatare che in ogni partita sono sempre più pacati nei loro festeggiamenti. La notte della finale sono scesi in strada, ma non in maniera così esuberante come nel 2006 accadde a Roma e in molte altre città italiane”.
Il cielo dunque non è più azzurro sopra Berlino, ma è tornato a tingersi dei colori della propria nazione.
foto da: Gazzettadellosport