Dopo una lunga e paziente attesa, anche l’arcivescovo Riccardo Fontana è riuscito a raggiungere gli altri presuli riuniti nella chiesa cattolica di Gaza: la loro preghiera, alla fine di una difficile giornata, va proprio alla piccola comunità cristiana presente nella Striscia.
Inizia così, confrontandosi con l’ostile burocrazia israeliana, il 15° incontro dell’Holy Land Coordination, l’organismo internazionale che riunisce i vescovi delle conferenze episcopali di Nord America, Europa e Sud Africa. A rappresentare la Chiesa italiana è proprio mons. Fontana. Un gesto, tutt’altro che simbolico, a cui la guida della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro teneva particolarmente, e che aveva annunciato con gioia lo scorso 20 dicembre agli scout Agesci, riuniti nella Cattedrale aretina per l’annuale tradizione della Luce di Betlemme. “Una presenza forte a fianco dei cristiani della Palestina e in particolare di Gaza”: così l’arcivescovo aveva rappresentato l’annuale pellegrinaggio di preghiera della delegazione internazionale dei 16 vescovi in Terra Santa.
Questa mattina, tuttavia, la brutta sorpresa: dei 44 permessi richiesti per i rappresentanti delle Chiese di mezzo mondo e gli operatori che li accompagnavano, Israele ne aveva concessi solo 10. A restare fuori, oltre a Fontana, anche i vescovi di Svezia, Francia, Sud Africa e Inghilterra: tutti Paesi che negli ultimi mesi hanno dimostrato sensibilità verso la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina.

Il gruppo dei vescovi dell’Holy Land Coordination al valico di Eretez, in attesa di entrare nella Striscia di Gaza (foto Mario Cornioli)
Mentre i pochi fortunati – i vescovi di Stati Uniti, Germania e Svizzera – sono entrati nella Striscia e hanno incontrato la comunità di cristiani palestinesi, gli altri hanno aspettato al valico di Eretz, armati di pazienza, perseveranza e fede. Verso le 14 (ora italiana) la situazione ha iniziato a migliorare: sono arrivati i primi permessi e i membri della delegazione sono riusciti ad entrare a gruppetti di sei persone. Circa un’ora dopo è arrivato l’ok anche per l’ultima tranche, di cui faceva parte anche mons. Fontana.

Gaza, a cinque messi dal conflitto (foto Mario Cornioli)
Dopo il triste passaggio tra le macerie che ancora oggi, a cinque mesi dalla conclusione dell’operazione militare israeliana “Barriera protettiva”, caratterizzano buona parte del territorio della Striscia, in questi giorni colpito anche dal maltempo, i vescovi si sono ritrovati nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, dove si sono riuniti in preghiera per i cristiani e per tutti i gazawi.
I lavori dell’Holy Land Coordination proseguiranno a Betlemme nei prossimi giorni, fino al 15 gennaio, e prevedono la visita alla città israeliana di Sderot – che confina con la Striscia e nei momenti di tensione è spesso obiettivo dei razzi di Hamas- , e ad Hebron, nei Territori Palestinesi.
Il viaggio dell’arcivescovo Fontana è iniziato venerdì 9gennaio: ieri il presule ha incontrato il Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal, con cui nel settembre 2010 ha firmato ad Arezzo l’atto di gemellaggio che lega la Diocesi aretina cortonese biturgense alla Chiesa patriarcale di Terra Santa.
La redazione di TSD continuerà a seguire, nei prossimi giorni, gli sviluppi del 15° incontro dei vescovi di Europa, Nord America e Sud Africa, attraverso il blog dedicato al Medio Oriente e nella trasmissione “Terra Santa Link – Linea diretta con Gerusalemme“, in onda ogni venerdì alle 19.20 sul canale 85 e in streaming su www.tsdtv.it/live.