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Terra Santa, Papa Francesco canonizza due religiose palestinesi

17/05/2015 / Redazione / Blog, Notizie, Terra Santa

“Rimanere in Dio e nel suo amore, per annunciare con la parola e con la vita la risurrezione di Gesù, testimoniando l’unità fra di noi e la carità verso tutti. Questo hanno fatto le sante oggi proclamate.”

Così Papa Francesco ha lanciato ai fedeli riuniti in piazza San Pietro l’appello a prendere esempio dalle nuove Sante della Chiesa. Il Pontefice ha canonizzato due Beate palestinesi: suor Maria Alfonsina Danil Ghattas, nata a Gerusalemme nel 1843 e fondatrice della Congregazione delle suore del Rosario di Gerusalemme, e Maria di Gesù Crocifisso Baouardy, monaca professa dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, fondatrice del 1876 del Convento Carmelo di Betlemme. Insieme a loro sono state canonizzate anche la francese Giovanna Emilia De Villeneuve e l’italiana Maria Cristina dell’Immacolata Concezione Brando.

Per l’evento sono giunti a Roma più di duemila pellegrini da Palestina, Israele e Giordania. A concelebrare la messa anche il Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal. Presente il presidente palestinese Mahmoud Abbas, insieme ad una delegazione composta da Saeb Erekat, capo dei negoziatori dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Malki, il portavoce presidenziale Nabil Abu Rdeineh, il suo consigliere Nimr Hammad, il consulente diplomatico Majdi al-Khaldi, l’ambasciatore palestinese in Italia Mai al-Kalia e da quello in Vaticano Issa Qassissieh.

“Un aspetto essenziale della testimonianza da rendere al Signore risorto è l’unità tra di noi, suoi discepoli – ha detto Francesco – unità che è “immagine di quella che sussiste tra Lui e il Padre”. Ed è grazie all’azione dello Spirito Santo che “prendono forza la nostra missione e la nostra comunione fraterna”. “Da esso – ha suggerito –  scaturisce sempre nuovamente la gioia di seguire il Signore nella via della sua povertà, della sua verginità e della sua obbedienza; e quello stesso amore chiama a coltivare la preghiera contemplativa. Lo ha sperimentato in modo eminente suor Maria Baouardy che, umile e illetterata, seppe dare consigli e spiegazioni teologiche con estrema chiarezza, frutto del dialogo continuo con lo Spirito Santo. La docilità allo Spirito Santo l’ha resa anche strumento di incontro e di comunione con il mondo musulmano“.

Così pure “suor Maria Alfonsina Danil Ghattas ha ben compreso che cosa significa irradiare l’amore di Dio nell’apostolato, diventando testimone di mitezza e di unità. Ella ci offre un chiaro esempio di quanto sia importante renderci gli uni responsabili degli altri, di vivere l’uno al servizio dell’altro“.

ABBAS IN UDIENZA DA PAPA FRANCESCO

“Che lei possa essere un angelo della pace“: era stato l’auspicio espresso ieri da Bergoglio nei confronti del presidente palestinese Abbas, ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico. Come sua consuetudine con i Capi di Stato e di Governo, il Pontefice ha regalato al leader palestinese un medaglione con la figura dell’Angelo della Pace, commentando: “L’angelo della pace distrugge lo spirito cattivo della guerra. Ho pensato a lei: che lei possa essere un angelo della pace”. Papa Francesco aveva definito “uomo di pace” sia Abbas che l’allora presidente israeliano Shimon Peres un anno fa, durante il suo viaggio apostolico in Terra Santa.

Ad accompagnare il presidente palestinese Abbas, il sindaco di Betlemme Vera Baoun

Ad accompagnare il presidente palestinese Abbas, il sindaco di Betlemme Vera Baoun

Nel corso del colloquio privato, durato circa venti minuti, “è stata manifestata grande soddisfazione per l’intesa raggiunta sul testo di un Accordo comprensivo tra le Parti circa alcuni aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa cattolica in Palestina, che sarà firmato in un futuro prossimo”. Lo rende noto la Sala stampa della Santa Sede. Successivamente, prosegue la nota, “si è parlato del processo di pace con Israele, esprimendo l’auspicio che si possano riprendere i negoziati diretti tra le Parti per trovare una soluzione giusta e duratura al conflitto. A tale scopo si è ribadito l’augurio che, con il sostegno della Comunità internazionale, Israeliani e Palestinesi prendano con determinazione decisioni coraggiose a favore della pace. Infine, con riferimento ai conflitti che affliggono il Medio Oriente, nel riaffermare l’importanza di combattere il terrorismo, è stata sottolineata la necessità del dialogo interreligioso”.

Abbas ha successivamente incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato da monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.

ABBAS: “I CRISTIANI RIMANGANO CON NOI”

“La Palestina non è una terra di guerra; è piuttosto una terra di santità e di virtù come Dio voleva che fosse”, aveva dichiarato ieri mattina il presidente palestinese in una nota stampa diffusa prima dell’incontro con il Pontefice, riferendosi alla canonizzazione delle due religiose. “Due donne virtuose e pie che trasmettono un messaggio speciale in particolare alla Palestina e ai Paesi arabi” il cui messaggio si ricollega, secondo Abbas, alla “commemorazione della Nakbah”, che ricorre proprio in questi giorni: la “catastrofe” indica l’esodo di 700 mila palestinesi dai propri territori nel 1948, anno di nascita dello Stato di Israele.

Un messaggio, scrive il presidente palestinese che “sottolinea la nostra unità e afferma la nostra determinazione a costruire una Palestina sovrana, indipendente e libera basata sui principi di pari cittadinanza e sui valori di spiritualità e di sublime umanità”.

“In questa occasione – ha aggiunto il leader di Ramallah – vogliamo esprimere apprezzamento ai nostri fratelli cristiani palestinesi per la loro fermezza e il contributo efficace fornito per costruire la nazione palestinese. Li invitiamo a rimanere con noi, a non emigrare e godere dei diritti di piena cittadinanza, e affrontare con noi le difficoltà della vita fino a quando raggiungeremo la libertà, la sovranità e la dignità umana. Attraverso la verità e la giustizia possiamo decidere il nostro destino, e con le preghiere dei credenti sinceri e fedeli saranno realizzati tutti i nostri sforzi”.

Suor Mariam Baouardy Haddad e Suor Marie Alphonsine Ghattas “sono due figlie del nostro popolo che rappresentano una voce unica e potente che ci dice che il potere dello spirito è in noi e ci guida verso lo Stato e la sua capitale Gerusalemme che rimarrà un cuore spirituale per ogni credente nel mondo. Sulla base di questo fondamento spirituale, Gerusalemme sarà la nostra capitale, a Dio piacendo”.
“Queste due sante palestinesi – conclude il presidente Abbas – aggiungono una dimensione molto particolare alla nostra lotta nazionale, vale a dire quei principi umanitari e spirituali che la nostra terra ci ispira: la terra che Dio ha reso sacra, la terra del dialogo tra cielo e terra, tra Dio e l’uomo, e tra gli uomini. Questi sono i principi spirituali edificanti che cristiani e musulmani condividono nella nostra Terra Santa e sono gli stessi principi su cui cerchiamo di creare il nostro Stato e la nostra vita nazionale e sociale”.

LE DUE SANTE PALESTINESI

maria alfonsinaMarie Alphonsine Danil Ghattas nacque a Gerusalemme il 4 ottobre 1843 da una famiglia che le assicurò una buona formazione cristiana. Fu battezzata il 19 novembre con il nome di Soultaneh Maria. Maturata la vocazione alla vita consacrata, nel 1858 entrò nell’Istituto delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Il 30 giugno 1860 fece la vestizione e prese in religione il nome di Suor Marie Alphonsine; nel 1863 emise la professione.
Il 6 gennaio 1874, a Betlemme, le apparve per la prima volta la Vergine Maria; a distanza di un anno esatto, ci fu una seconda apparizione e la Madonna la invitò a dar vita a una nuova famiglia religiosa, che avrebbe preso il nome di Congregazione del Santo Rosario. Nel luglio 1880 alcune giovani Figlie di Maria, sotto la guida di Don Tannous, iniziarono la vita comune che, in conformità a quanto ispirato dalla Madonna, prese il nome di Istituto delle Suore del Santo Rosario. Ottenuta il 1880 dal Santo Padre la dispensa dal voto di obbedienza, emesso dalla Congregazione delle Suore di San Giuseppe, entrò a far parte della Congregazione delle Suore del Santo Rosario e il 6 ottobre prese l’abito (mantenendo in religione il nome di Suor Marie Alphonsine). Emise la professione il 7 marzo 1885. Il 2 novembre 1887 fu approvata la Regola delle Suore del Santo Rosario le quali, due anni dopo, ottennero l’auspicata approvazione diocesana.
Già religiosa, il 4 ottobre 1890, vigilia della festa di Santa Maria del Rosario, fu ammessa nel Terz’Ordine domenicano nel convento dei Predicatori a Gerusalemme. Il 25 marzo 1927 fece ritorno alla casa del Padre. Il 22 novembre 2009 fu celebrato il Rito della Beatificazione nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.
Le Suore della Congregazione del Santo Rosario operano attualmente in Terra Santa, Libano, Egitto, Siria, Kuwait, alcuni emirati del Golfo Persico (Abu Dhabi e Shariqah)e a Roma.
baouardyMaria di Gesù Crocifisso Baouardy nacque ad Abellin (Nazareth) il 5 gennaio 1846 da una famiglia greco-cattolica. Fu battezzata con il nome di Mariam. Orfana a due anni, fu adottata dallo zio con il quale, nel 1854, si recò ad Alessandria d’Egitto. Fidanzata dodicenne a sua insaputa, per annullare le nozze si recise i capelli, suscitando le ire degli zii che la confinarono con la servitù. A un ex domestico che, sapute le angherie che subiva dai parenti, l’invito a rifiutare la fede, subito protestò: “Sono figlia della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana”. La rezione fu un colpo di scimitarra alla gola. Poi, avvolta esanime in un lenzuolo, fu abbandonata per strada. si risvegliò in una grotta, assistita da una religiosa vestita d’azzurra – Mariam diceva che fosse la Vergine – che le profetizzò il suo futuro. Guarita, peregrinò tredicenne come domestica ad Alessandria, Gerusalemme e Beirut.
Nel 1863 con la famiglia Naggiar si traferì a Marsiglia, dove avvertì la chiamata alla vita consacrata. Nel 1865 entrò tra le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, che però non l’ammisero alla Professione, spaventate dai fenomeni straordinari che Mariam riteneva una malattia: rapimenti, visioni e, dal 29 marzo 1867, le stimmate. Il 14 giugno 1867 entrò nel Carmelo di Pau dove il 27 luglio vestì l’abito con il nome di Maria di Gesù Crocifisso. Nel 1870 partì per Mangalore per la fondazione di un monastero, ma due anni dopo tornò a Pau per incomprensioni che, insieme a una dolorosa infestazione diabolica, costituirono la sua grande purificazione.
Nel 1872 Suor Maria confidò ai superiori che il Signore voleva un Carmelo a Betlemme: vi giunse l’11 settembre 1875 con la collaborazione generosa di Berta Dartigaux. Architetto e direttrice dei lavori, il 22 agosto 1878 cadde, fratturandosi un braccio che andò in cancrena. Il 26 agosto morì. Fu beatificata da San Giovanni Paolo II il 13 novembre 1983.
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