Anche Arezzo – che da sempre è al top per le donazioni di sangue e riesce non solo a coprire le esigenze dei nostri ospedali, ma anche a farne confluire una buona parte al sistema regionale – da due settimane è in notevole sofferenza.
A lanciare l’allarme è Pierluigi Liumbruno, direttore dell’unità complessa di medicina trasfusionale della Asl8. “In questa prima parte di luglio abbiamo avuto una media di donazioni di circa 45 al giorno (in tutta la provincia) contro quella solita di 70. Per poter far fronte alle sole nostre esigenze abbiamo bisogno che si torni alle nostre medie. Anche dal sistema regionale sanitario continuano ad arrivare sollecitazioni perché si invii sangue ai diversi policlinici: in realtà, se non riprende la normale attività di donazione, anche noi dovremo rimandare interventi chirurgici o altre cure che necessitano anche di trasfusioni”.
L’Azienda sanitaria ha sollecitato anche le associazioni con le quali esiste un consolidato e forte rapporto, ma per il momento ha ottenuto scarsi risultati. Probabilmente è il caldo da una parte e la partenza di cittadini verso le località vacanziere dall’altra a ridurre il numero di donatori. Un fenomeno che ogni anno a luglio e agosto va in scena, ma che quest’anno ha raggiunto dimensioni mai conosciute fino ad ora.
Il calo è superiore al 35%, con un passaggio da 420 a 270 donazioni a settimana. Ed il problema non è solo quantitativo. Infatti nelle banche del sangue (anche quella aretina) ci sono ancora sufficienti dotazioni buone per alcuni fenotipi soprattutto quelli più rari e per questo anche meno richiesti, mentre sono in maggiore sofferenza quelli più comuni.
Chi può, ricorda l’azienda, provveda a donare il sangue, specie se appartenente ai gruppi 0 negativo, 0 positivo, A negativo e A positivo.