Arrivano anche dal Cairo le conferme, subite smentite dal governo, sulle torture subite da Giulio Regeni in quelli che molto probabilmente erano interrogatori compiuti da forze di sicurezza egiziane. E’ quanto emerge dalle testimonianze di due fonti della procura egiziana che indaga sull’omicidio del giovane ricercatore italiano, trovato morto il 3 febbraio scorso.
Citate dall’agenzia Reuters, le fonti anonime hanno spiegato che la procura ha interpellato la scorsa settimana Hisham Abdel Hamid, direttore del dipartimento di medicina legale del Cairo, e due suoi collaboratori, per chiedere una valutazione dell’autopsia effettuata sul corpo di Regeni.
“Abdel Hamid – hanno spiegato le fonti – ha detto che le ferite sul corpo erano state procurate in diversi momenti a intervalli di 10-14 ore. Questo significa che chiunque sia accusato di averlo ucciso lo stava interrogando per ottenere informazioni“. “Le ferite – si legge – sono state procurate diverse volte a intervalli, durante un periodo dai cinque ai sette giorni“.
Le dichiarazioni sono state subito smentite dal governo egiziano: “Notizie false e prive di ogni fondamento“, le ha definite il sottosegretario del ministero egiziano della Giustizia con delega alla medicina legale, Shabaan al-Shami.
La triste vicenda di Giulio ha profondamente colpito l’opinione pubblica italiana, che anche attraverso i social si sta mobilitando per tenere alta l’attenzione e perchè le istituzioni italiane non accettino giustificazioni di comodo da parte delle autorità egiziane.
Anche sul tavolo del Consiglio comunale di Arezzo arriva un atto, firmato dal capogruppo di Arezzo In Comune Francesco Romizi, che chiede una presa di posizione dell’amministrazione.
“Crediamo che tutte le istituzioni, a ogni livello, debbano dare un segnale al governo affinché non si fermi fino a quando non sia fatta piena luce”, spiega Romizi, che sottolinea come atti simili siano presentati in molti consigli comunali “affinché i sindaci sollecitino il parlamento e il governo ad attivarsi nelle sedi internazionali per rendere giustizia a Giulio e ai familiari.”
“Un voto simile, specie se adottato da tanti consigli comunali, sarebbe un gesto istituzionale molto importante: l’Italia per Giulio Regeni pretende verità e si stringe ancora di più attorno alla famiglia”, prosegue Romizi, che si appella alla massima assisse cittadina: “Nonostante l’atto sia condiviso dal sottoscritto con il costituendo partito della Sinistra Italiana, l’auspicio è quello di un voto unanime al di là di ogni schieramento. Le relative delibere – conclude – saranno poi inviate ai presidenti di Camera e Senato come ulteriore gesto simbolico di sollecito”.