Alla fine non ci sono state grosse sorprese. Francesco Macrì sarà il successore di Roberto Banchetti alla guida di Estra. L’assemblea di Coingas, al cui interno siedono i rappresentanti di 26 comuni della Provincia di Arezzo, più altri soci, ha scelto il nome dell’attuale consigliere di Fratelli d’Italia. A votare per Macrì sono stati i sindaci di Arezzo, Subbiano, Monterchi, Anghiari e Castiglion Fiorentino. Comuni come Bibbiena e Sansepolcro, si sono invece astenuti.
La carica di presidente di Estra non è compatibile con quella di Consigliere comunale. Macrì lascerà quindi Palazzo dei priori e sarà sostituito da Paolo Bertini, primo dei non eletti.
Si chiude così un rapporto mai semplice tra Macrì e l’amministrazione comunale. Un rapporto incrinatosi sin dai primi giorni con la mancata scelta dell’esponente di Fratelli d’Italia come presidente del Consiglio comunale. “Macrì è un bravo politico ma ha il difetto di mettere sempre davanti a tutto la propria persona. Ma questo non sarà più un problema…“, furono le parole sibilline di Ghinelli poco più di un anno fa ai nostri microfoni.
Ne è seguito uno strappo abbasttanza doloroso all’interno del Centro destra aretino e che ora viene ricucito una volta per tutte con questa nomina.
Non si sono fatte attendere le critiche da parte del Partito democratico aretino.
“Il civico Ghinelli risponde alla fame dei partiti della destra”, attacca Massimiliano Dindalini, segretario provinciale del Pd.
“La decisione del Comune di Arezzo ha esclusivamente motivazioni di natura politica, mira alla pacificazione interna alla destra, provoca la moltiplicazione dei costi dei vertici delle società del gruppo Estra, visto che il Presidente dimissionario ricopriva fino ad ora più ruoli nella holding a titolo non oneroso mentre con questa operazione i maggiori costi verranno aggiunti a quelli del Presidente di Estra”.